Le email di phishing rappresentano una delle minacce più insidiose per chiunque utilizzi servizi di posta elettronica, sia nel contesto personale che professionale. Nel 2025, in Italia, si è assistito a un allarmante incremento di attacchi informatici: il numero di eventi registrati è aumentato del 53% rispetto all’anno precedente, con una crescita quasi raddoppiata degli incidenti gravi che hanno compromesso dati e sistemi aziendali in modo significativo. Nessun ambito è immune: privati cittadini, aziende, amministrazioni pubbliche, ogni utenza viene bersagliata anche da campagne sofisticate, nelle quali i cybercriminali tentano di appropriarsi di dati sensibili mediante tecniche sempre più evolute.
Come riconoscere una email ingannevole
Le email di phishing si camuffano dietro messaggi apparentemente legittimi, spesso sfruttando loghi di banche, istituzioni pubbliche, piattaforme di pagamento o servizi digitali popolari. Gli attacchi recenti sono diventati particolarmente subdoli: i messaggi simulano comunicazioni ufficiali di sistemi interni come Microsoft 365 o Google Workspace, inducendo l’utente a reagire in modo impulsivo tramite notifiche di emergenza (“Hai 5 messaggi in quarantena”, “Il tuo account verrà disattivato”) e inviti a cliccare su link o a compilare moduli online.
Gli elementi che dovrebbero far scattare l’allerta includono:
- Mittenti sconosciuti o indirizzi email leggermente modificati rispetto agli originali.
- Richieste non sollecitate di compilare moduli online per “verificare” o “aggiornare” dati personali o finanziari.
- Presenza di errori grammaticali o sintattici, segno di traduzioni automatiche o poca professionalità.
- Richieste di urgenza che mirano ad abbassare la soglia di attenzione (“Rispondi entro 24 ore”, “Controllo fiscale in corso”).
- Allegati strani o link che puntano a siti sospetti, con nomi di dominio diversi da quelli ufficiali.
Quali sono le truffe più diffuse tramite email di phishing
Tra le varianti di email ingannevoli maggiormente diffuse nel panorama italiano, ritroviamo:
- Falsi avvisi bancari: email che paiono provenire dal proprio istituto di credito e invitano a “verificare” movimenti sospetti, inserendo ID e password su pagine che replicano in modo fedele i portali autentici.
- Richieste di aiuto da parte di “amici”: il mittente sostiene di essere un conoscente in difficoltà all’estero e chiede l’invio urgente di denaro. In realtà, il suo account è stato compromesso.
- Email di “vincita” o “eredità”: messaggi in cui si annuncia una vincita a una lotteria mai giocata o un lascito da un parente mai sentito, per poi chiedere dati personali e un “anticipo” per sbloccare la fantomatica somma.
- Falsi rimborsi fiscali: comunicazioni che simulano quelle dell’Agenzia delle Entrate e invitano a scaricare moduli o fornire dettagli bancari allo scopo di ottenere un rimborso; in realtà è un modo per sottrarre informazioni sensibili o denaro.
- Truffe su piattaforme di pagamento: email che imitano PayPal o servizi simili, segnalano problemi sull’account e richiedono il login su siti clonati.
Perché non bisogna mai compilare le email ingannevoli
Compilare un modulo inserito in una email sospetta o cliccare su un link malevolo comporta il rischio immediato di compromettere non solo i propri dati personali, ma anche quelli di colleghi o familiari. Tra le principali conseguenze vi sono:
- Sottrazione di credenziali di accesso: le informazioni immesse finiscono direttamente nelle mani dei truffatori, che possono così accedere ai tuoi conti, profili o account aziendali.
- Furto di identità personale o aziendale, con utilizzo criminale delle tue generalità.
- Prelievo di fondi illeciti dagli account bancari o richieste illegittime di pagamenti a tuo nome.
- Diffusione di malware attraverso allegati o link che infettano il dispositivo, permettendo ai cybercriminali di spiare o bloccare l’accesso ai dati.
- Compromissione dei dati aziendali e propagazione dell’attacco su ampia scala, specie se utilizzi reti condivise.
L’evoluzione delle tecniche criminali rende ogni errore umano un potenziale varco per ingenti danni. I criminali informatici nel 2025 operano con dinamiche quasi militari, puntando a obiettivi strategici e adottando strumenti avanzati di ingegneria sociale. Bastano pochi secondi e un attimo di distrazione perché le tue informazioni riservate vengano sfruttate a fini fraudolenti.
Cosa fare se ricevi una email sospetta
Per ridurre i rischi legati al phishing, questi accorgimenti sono fondamentali:
- Non cliccare mai su link presenti in email sospette e non compilare alcun modulo allegato o collegato.
- Non scaricare allegati da mittenti non verificati.
- Controlla sempre attentamente il mittente, confrontando l’indirizzo email con quello ufficiale dell’organizzazione.
- In caso di dubbio, contatta direttamente l’ente o il servizio coinvolto tramite canali ufficiali.
- Aggiorna regolarmente le soluzioni di sicurezza (antivirus, anti-malware, filtri anti-phishing) e i sistemi operativi.
- Se lavori in un’azienda, segnala immediatamente l’email sospetta agli amministratori IT o al team di sicurezza informatica.
- Utilizza l’autenticazione a due fattori per proteggere gli accessi più sensibili, ove possibile.
- Non inserire mai dati privati in pagine raggiunte da link email: per l’accesso ai servizi usa soltanto le pagine ufficiali, digitando personalmente l’indirizzo nel browser.
L’importanza della formazione e della consapevolezza
La prevenzione resta la strategia più efficace: la formazione sul riconoscimento delle email di phishing deve essere continua, in particolare in ambito aziendale. Gli attacchi odierni sono talmente sofisticati che persino utenti esperti possono cadere nella trappola di comunicazioni inviate da account realmente compromessi. Ogni organizzazione dovrebbe quindi adottare programmi di aggiornamento periodico e simulazioni di attacco per affinare la capacità di reazione dei propri dipendenti.
Il contesto italiano e lo scenario in evoluzione
L’Italia si colloca tra i Paesi più bersagliati dalle campagne di phishing: già nel 2022 era quinta a livello globale per attacchi tramite posta elettronica malevola, e l’allerta resta alta anche oggi. La crescente digitalizzazione dei servizi pubblici, bancari e commerciali espone la popolazione a rischi sempre più ampi. Da un lato, le istituzioni rafforzano la sorveglianza e l’infrastruttura di risposta, dall’altro gli utenti finali devono imparare a difendersi adottando abitudini più prudenti.
Infine, la consapevolezza e l’informazione sono armi decisive. Riconoscere phishing, segnalare tempestivamente le email sospette e sensibilizzare amici, colleghi e familiari costituiscono una barriera preziosa contro le truffe digitali. Ricorda: nessuna banca, istituzione o piattaforma attendibile ti chiederà mai dati personali attraverso email non certificata. Mantenere alta l’attenzione e non compilare mai queste email ingannevoli resta il miglior modo per proteggere se stessi e la propria comunità online.