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LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Luca 8,1-11
I n quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
C arissimi amici, celebriamo la V domenica di quaresima e la liturgia della Parola ci dona una bellissima pagina, il dialogo tra Gesù e la donna sorpresa in adulterio.
Un brano che appare e viene accolto come scandaloso e imbarazzante; un brano, che se siamo onesti, imbarazza ancora noi che lo ascoltiamo qui e ora. Un brano che sembra lontano da noi… eppure dice la nostra quotidianità, dice le nostre relazioni, dice il nostro mettere in mezzo l’altro per essere condannato.
Desidero soffermare la nostra attenzione su due aspetti: il dettaglio geografico che anticipa il famoso incontro di Gesù con la donna e il chinarsi di Gesù per terra.
Il dettaglio geografico
È un dettaglio che non possiamo dimenticare o non prendere in considerazione. “Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi…”
Il monte degli Ulivi è il luogo dell’intimità di Gesù con il Padre; è il luogo della preghiera; è il luogo del dialogo vero e sincero con se stessi e con il Padre.
Era lì che si ritirava per pregare ed era lì che ore prima della sua morte lo andarono ad arrestare.
È interessante come la conseguenza della preghiera sia l’essere messo alla prova. Quasi a voler dire, carissimi fratelli e sorelle, che la vera preghiera non è una forma di estasi, di rilassamento, di esercizio, ma il luogo dove si preparano le più grandi prove della vita, cioè lo scegliere tra il giusto e il non giusto, tra il bene e il male.
Il monte degli Ulivi è il luogo dove ci carichiamo per affrontare le prove della vita. Usciti dal monte degli Ulivi inizia il tempo della prova, il tempo dello scegliere. Per Gesù inizia il tempo del Calvario, della prova suprema.
In fondo, perché preghiamo? Per imparare a fare la cosa giusta. Ma la giustizia che deriva dalla preghiera e diversa da quelle che deriva dai farisei. I farisei vogliono la donna morta. Gesù vuole quella donna convertita, cioè amata incondizionatamente. Dio ama in perdita. E noi siamo dalla parte di Dio o dalla parte dei farisei? Siamo capaci di amare in perdita come il Cristo.
Si ama in redita se siamo capaci di chinarci per terra.
Il chinarsi di Gesù per terra
Ecco la seconda riflessione che desidero offrirvi: Gesù si china, scrive a terra poi si alza, parla, sentenzia e poi di nuovo si china e scrive a terra. Perché Gesù si china? Possiamo giustificare questo atteggiamento con il fatto che doveva scrivere.
Invece, vi invito ad immaginare la scena. In quello scenario di gente, fra passanti e giustizieri chi era l’unica persona a terra? L’adultera, la donna che di lì a breve sarebbe stata lapidata. È così Gesù sceglie di mettersi a terra con lei. Si mette al suo livello, alla sua bassezza. Sceglie di sedersi sul nostro peccato, di assumere su di sé il nostro peccato. Condivide la postura della condannata, della misera. Condivide la postura della nostra umanità, un’umanità debole, fragile, controversa e da quella posizione ci dice: ci sono, sono con te, sono come te. Le restituisce la sua dignità: donna, come farà con sua Madre ai piedi della croce.
Scegliamo anche noi di stare a terra con il fratello che sbaglia. Siamo terra, cioè fragili.
Stare in piedi significava stare dalla parte dei giudici, di chi si sente migliore, ma noi siamo terra e desideriamo stare a terra, dalla parte dei fragili, come noi, con la testa verso l’alto, verso il cielo, come Gesù verso la donna, perché aneliamo a Dio che ha incontrato negli occhi di quella donna condannata e presto lapidata. Guardare dal basso verso l’alto. Dalla terra verso il cielo. Dalla nostra condizione umana a quella divina.
Anche tu peccatore, ci dice Gesù, sai amare, puoi amare, amare molto, solo se insieme riusciremo ad alzare gli occhi verso il cielo.
Che bello… Dio ci invita a sedere per terra, dalla parte dei fragili, nella nostra condizione umana e ad alzare gli occhi verso il cielo incontrando quelli del fratello e insieme scrutare le profondità del cielo, cioè di Dio che è amore per l’eternità.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quando mi sono trovato fra le fila della folla che giudica?
Quali sono quelle dinamiche di peccato in cui mi sento nudo e abbandonato davanti al Signore?
In quali situazioni mi sono sentito amato e perdonato da Lui?
PREGHIERA
Q uando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
-Sal 125-