LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 16,21-27
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230903.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il Vangelo di questa domenica, ventiduesima del Tempo Ordinario, non anticipa un “finale” ma sono righe scritte per la memoria, per non dimenticare, per non dimenticarci: che sull’amore non ci si capisce. Mai.
Scritte per non dimenticare che in ognuno di noi ci sarà sempre un Simone e un Pietro, due sguardi dello stesso cuore, due nomi dello stesso volto, due uomini in lotta racchiusi nello stesso corpo. Due modi diversi di intendere la vita. Per non dimenticare che l’amore apre al conflitto sull’essenza profonda del nostro essere al mondo, l’amore è spada, l’amore non è la soluzione ai problemi della nostra vita ma è il problema serio della nostra vita. Ci abbiamo pensato mai?
Carissimi amici, stiamo attenti ad un grande rischio che si può presentare, non deve vincere Pietro su Simone, non è questo che deve accadere, l’amore non chiede vincitori ma solo discepoli disposti alla lotta.
Riflettiamo un pò sull’amore. Amore è la parola più ambigua che si possa usare. L’amore sfugge, provoca, l’amore è scandalo. L’amore non è il sorriso buono che calma le tempeste, non è la dolcezza che riempie il baratro della morte. L’amore non è il “contentino” di una serata trascorsa insieme o di una celebrazione fra falsi amici. Forse dovremmo smetterla di parlare dell’amore.
Non deve vincere Pietro su Simone. Per Simone l’amore è risposta ai bisogni, promessa consolante, se ha lasciato, come ognuno di noi, la riva del proprio lago è per aver intuito un buon affare. Per Pietro, nome nuovo dato dal Maestro, l’amore è sacrificio (“non ti tradirò mai”), per diventare il primo tra i discepoli, costi quel che costi.
Per Gesù l’amore è una gravidanza. Un parto. Una nascita. Una morte. Per Gesù l’amore è oltre il cuore romantico di Simone, è oltre una visione felice della storia, è oltre una risposta facile alle attese della gente. Per Gesù l’amore è oltre la visione sacrificale di Pietro, che sarebbe disposto a sacrificare tutto pur di affermare se stesso.
Per Gesù l’amore è la croce. E ognuno di noi ha la sua croce. Per Gesù dire amore è dire croce. Ed è l’unico modo per provare a comprendersi. Ma occorre sapersi perdere.
L’amore crocifisso è vulnerabile: sconfigge, uccide, l’amore è violento. Seduce, come dice benissimo Geremia nella prima lettura, l’amore prima ci porta in territori sconosciuti, spingendoci a gesti e decisioni più grandi di noi e poi, quando ormai non possiamo tornare indietro (e viene in mente Giuda) ci chiede di decidere solo di trovare il modo per morire.
Certo che non ci capiamo quando parliamo d’amore perché parliamo di morte, di vite crocifisse. Perché amare, e questo vale per tutti, è la nostra croce personale, è imparare a liberarci di noi, imparare a smarrirci, a cambiare, a lasciare che la vita ci seduca e poi ci chieda di imparare un’identità diversa. Amore è scoprire un volto di noi nuovo e poco rassicurante.
Non basta cambiare il nome, non basta passare da Simone a Pietro, non basta diventare preti, non basta sposarsi, quello è solo l’inizio, bisogna avere il coraggio, ogni giorno, di perdere la nostra identità, quella costruita con tanta pazienza, bisogna imparare a smarrirci per poterci riconoscere negli occhi misericordiosi del Crocifisso, l’amore è sentirsi morire per aver tanto sbagliato e sentirsi rinascere grazie al Suo amore. L’amore è morte e vita, l’amore è un parto, gravidanza, l’amore sono lacrime di liberazione.
Non basta cambiare il nome, non basta passare da Simone a Pietro, occorre perdere la faccia davanti agli altri.
L’amore è scomodo, l’amore non si fa usare, l’amore è la croce, l’amore è accettare di non essere compresi. L’amore è la solitudine di chi fa morire la propria immagine di sé e non pretende che gli altri la comprendano. L’amore è morire ma non per amore del puro sacrificio, non trasformando gli altri in colpevoli ma comprendendo sinceramente il loro smarrimento, “non sanno quello che fanno”, e non lo sanno davvero. Perché l’amore crocifisso non si sa.
Carissimi amici, noi saremo amore quando riusciremo a unificarci in una morte senza rancore, dopo aver perso la nostra falsa immagine di noi stessi, la schiavitù verso il giudizio altrui e aver svelato il volto di Dio.
Quando parliamo d’amore non ci capiamo mai. Simone e Pietro ci confonderanno sempre. Non resta che provare a imparare a perdere, a perdersi. E quando perfino le parole ci avranno lasciato, se nei nostri occhi non ci sarà traccia di rancore, allora e solo allora, non per sacrificio ma per scelta, noi saremmo belli e liberi, come solo l’amore crocifisso sa essere.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Cos’è per te l’amore?
Non parlare dell’amore… inizia a balbettare qualcosa dell’amore.
PREGHIERA
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.
Sal 62