LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Luca 18,1-8
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20221030.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il vangelo di questa domenica, XXXI del Tempo Ordinario, ci fa incontrare la straordinaria figura di Zaccheo.
San Gregorio Magno, facendo riferimento a Zaccheo, dice che «il sicomoro è considerato un fico pazzo» e aggiunge: «Zaccheo, che era basso di statura, salì dunque sul sicomoro e vide il Signore, poiché quanti scelgono umilmente ciò che è follia secondo il mondo, arrivano ad una contemplazione penetrante della Sapienza di Dio» (GREGORIO MAGNO, Commento morale a Giobbe, 46, 79).
Ma per noi tutti non è facile scendere dalla nostra pazzia che ci fa desiderare sempre di salire, perché questo ci dà l’impressione di vedere meglio la nostra vita poiché ci permette di controllare meglio la vita degli altri.
«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5).
Il Signore guarisce Zaccheo da questo male di cui sembra soffrire da sempre e sembra dirgli: «e scendi una buona volta, scendi una volta per tutte!». Questo essere stato visto mentre «cercava di vederlo» pensando di non essere visto, gli ha cambiato così profondamente la vita da non avere più bisogno di continuare il gioco di sempre e da rinunciare, una volta per sempre, ai “tacchi” del suo mestiere, della sua andatura, del suo doversi nascondere ogni volta che desiderava riuscire a vedere qualcuno o qualcosa… o semplicemente se stesso.
Zaccheo è anche l’uomo curioso, che si lascia condurre dalla vita. E sarà pure un peccatore, sarà pure un matto, ma è decisamente vivo, così vivo da diventare, se stiamo attenti, maestro di sapienza. Perché inventa una doppia strategia: accelera il passo (corse avanti) e cambia prospettiva (sale sul famoso sicomoro). E noi sentiamo subito che qui non si parla solo di un piccolo uomo curioso ma si parla di noi, di come possiamo sopravvivere a noi stessi. Si parla di noi e di come la vita spesso ci appesantisca a tal punto da rallentarci fino a fermarci. Invece serve velocità, occorre ridare fiato e corsa al cuore, bisogna indurre un aumento di battiti. Occorre innamorarsi. A salvarsi saranno gli innamorati, magari peccatori, ma con il cuore che “corre avanti”. E poi cambiare prospettiva. Provare a guardare il mondo da una prospettiva diversa.
La vicenda di Zaccheo è tutta uno spostamento dal basso in alto. Sale su un sicomoro, poi è “raccolto” da Gesù che, alzando gli occhi, lo invita a scendere. E lui scende, scende fino a casa sua, ma una volta lì ecco che si alza ancora, si alza davvero, prima di parlare: il piccolo uomo finalmente si eleva a statura umana. Diventa uomo. Il cristiano non deve solo scendere per seguire il Maestro…deve anche salire… questo duplice movimenti ci rende uomini.
Diventare uomini: ma quando capiremo che è l’unica vocazione a cui siamo chiamati?
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Cosa t’impedisce di ricominciare? Quali blocchi, quali paure?
Stai provando a lasciarti guardare, gratuitamente, da chi ti sta accanto?
Dove “puoi amare” (non “devi amare”) nella tua quotidianità?
PREGHIERA
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Salmo 144