LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Luca 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Nel vangelo di questa domenica, XIV del Tempo Ordinario, incontriamo la figura dei settantadue. Chi erano? Semplicemente, gente comune. Gente che ascoltando le parole di Gesù ne è rimasta toccata. Gente in cui si è riaccesa la speranza che è possibile vivere insieme, in modo più bello. Gente che ha percepito che il mondo non si cambia con la prepotenza, con l’imposizione, con la legge del più forte, del non perdono, bensì cambiando se stessi e il proprio atteggiamento di fronte al mondo e all’altro. Non è necessario che cambi l’altro. È necessario che cambi io affinché l’altro sia amato gratuitamente.
I settantadue non sono araldi e soldati pronti a combattere, bensì gente disarmata, indifesa, innocua: gente che porta la pace. Gente disposta a uscire dalle proprie sicurezze per andare incontro all’altro nella sua solitudine, nelle sue fatiche, nei suoi bisogni, nelle sue ferite. Gente pronta a lasciare le proprie convinzioni, le proprie certezze per andare con misericordia incontro all’altro. Gente mossa dall’empatia e dalla compassione. Gente disposta a incontrare l’umanità dell’altro e a lasciarsi commuovere da quello che l’altro vive.
È così che gli affamati si sfamano e i malati guariscono: ricevendo vicinanza, ascolto, accoglienza, comprensione, amore. Ed è così che portando queste cose, guariamo anche noi.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
E tu, a quale tipo di gente vuoi appartenere?
In quali situazioni hai toccato con mano l’umanità dell’altro?
In che modo riveli la tua umanità al mondo?
PREGHIERA
Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
-Salmo 65-