LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Luca 2,1-14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20231225.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Nel vangelo che abbiamo ascoltato sorprende il contrasto che emerge nel raccontare la nascita di Gesù.
Cesare Augusto, che fa il censimento di tutta la terra e l’angelo che indica ai pastori come trovare Dio venuto in terra: «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (v. 12).
La grandezza di un imperatore e la piccolezza di Betlemme dove di grande non c’è nulla: solo un povero bambino avvolto in fasce.
Dio non nasce nella grandezza di un uomo ma nella piccolezza di una vita. La piccolezza è la via che ha scelto per raggiungerci, per toccarci il cuore, per salvarci e riportarci a quello che conta.
Dio non nasce nella grandezza di un uomo che desidera affermarsi con prepotenza nella società e nella vita degli altri, ma sulle “macerie” delle nostre riconciliazioni, dove accettiamo di essere amati nonostante i tradimenti alla vita, dove accogliamo con compassione i crolli delle nostre illusioni, dove ci riconciliamo con le verità dei nostri limiti e delle nostre fobie.
Dio non nasce nei “censimenti” delle nostre grandezze umane, negli elogi del nostro operare, ma nelle “fasce” della cura e del custodire quella parte di noi e degli altri impaurita e tremante, in quella parte che soffre di più e che chiede di essere accolta, nella piccolezza della nostra umanità.
Cosa vogliamo chiedere, carissimi amici, a Gesù per questo Natale? La grazia della piccolezza. La capacità di saper accogliere Dio nelle piccole cose della nostra vita, vuole abitare le nostre realtà quotidiane, i semplici gesti che compiamo nella nostra comunità, a casa, in famiglia, a scuola, al lavoro. Dio è lo straordinario del nostro ordinario.
Il Dio bambino ci invita a valorizzare e riscoprire le piccole cose della vita. Rinunciamo alle lamentele e ai musi lunghi, all’avidità che ci lascia sempre e continuamente insoddisfatti della vita!
Ma c’è di più, carissimi amici. Il Dio bambino desidera nascere nella nostra piccolezza: nel nostro sentirci deboli, fragili, inadeguati, magari persino sbagliati. Dio ci ama così come siamo e ha scelto di nascere nella mia piccolezza, nelle mie fragilità, nelle mie incapacità.
Il Dio bambino ha scelto di nascere nei piccoli di oggi. Amarlo, per noi Camilliani, negli ammalati. Sono i prediletti di Gesù, che ci accoglieranno un giorno in Cielo. Una poetessa ha scritto: «Chi non ha trovato il Cielo quaggiù lo mancherà lassù» (E. Dickinson, Poems, P96-17). Non perdiamo di vista il Cielo, prendiamoci cura di Gesù adesso, accarezzandolo negli ammalati, perché in loro si è identificato.
Alziamoci, ridestiamoci perché stanotte una luce si è accesa. È una luce gentile e ci ricorda che nella nostra piccolezza siamo figli amati, figli della luce (cfr 1 Ts 5,5). Viviamo di luce riflessa. Sempre e per sempre irromperà la luce di questo Dio bambino nella nostra vita.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Dio nasce nella mia piccolezza!
PREGHIERA
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Sal 95