LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 21,1-11
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230402.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici, con la Domenica delle Palme iniziamo la grande Settimana (Settimana Santa) e siamo chiamati a congedarci dagli atteggiamenti penitenziali della quaresima per introdurci nel mistero pasquale di Cristo.
Un personaggio ci introduce in questa grande settimana, su cui desidero soffermare la nostra attenzione: l’asino.
Ciò che il Signore ha bisogno di ricevere dalla nostra umanità è la disponibilità a sciogliere la nostra paura di essere inutili e di non poter più servire a nulla di bello e di grande.
Infatti, l’asina e il puledro, su cui «misero i mantelli ed egli vi si pose a sedere» (Mt 21,7), rappresentano bene la nostra capacità di offrire quello che siamo, perché Dio possa compiere il suo desiderio di essere il «Dio con noi» (1,23) e con tutti.
Il Signore ha bisogno del nostro dorso per accedere alla sua Pasqua. La nostra vita può realmente cambiare se lasciamo al Signore la capacità di “salire” sul nostro dorso.
La Domenica delle Palme ci ricorda che non è mai tardi per gettare il nostro mantello — cioè la nostra vita — sulla strada scelta da Gesù per giungere a Gerusalemme: alla nostra salvezza.
Anche noi, siamo chiamati in questa Pasqua ad accettare a slegare e a portare a Gesù la nostra umanità… è la via privilegiata per incarnare nella nostra storia l’infinito amore del Padre. Svuotarci per essere totalmente dono.
Qual’è la missione dell’asino? Qual’è la nostra missione? Introdurre nella storia, nella nostra quotidianità il Regno di Dio: un regno di amore, di pace, di perdono, di consolazione.
L’asino che aveva introdotto il Signore in Gerusalemme, tornando a casa, non racconta a nessuno la gloria della folla che osannava Gesù. Non sapeva spiegarsi: era un asino. Ma era un asino felice.
La missione dell’asino è introdurre il regno. In che modo? Con la mitezza, con la mansuetudine, con la pazienza di tirare il carro, con la tenacia di portare l’altro sul suo dorso.
La missione dell’asino era quello di portare il peso e le pene di tutti coloro che sono tribolati dalla vita, essere disponibili ad ascoltare, pronti a servire, affidabili nel portare chi non può andare da solo verso la salvezza.
La missione dell’asino era quella di portare a casa tutti coloro che sono perduti. L’asino conosce solo la strada di casa. Offre solo salvezza a chi si è smarrito.
Carissimi amici, certamente non siamo degli asini, forse siamo gente importante, che parla diverse lingue, che conosce molte strade, che frequenta persone famose e che sa compiere imprese memorabili. Però io sarei lieto nel continuare la missione dell’asino a servizio della mansuetudine, a consolazione dei tribolati, per portare a casa che è perduto. Anche’io come l’asino, forse, sono chiamato a portare l’altro alla salvezza, alla Pasqua, alla resurrezione.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Mi lascio accompagnare dall’asino verso la mia pasqua.
PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
dalla Liturgia