LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230730.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Nel vangelo di questa domenica, diciassettesima del tempo ordinario, Matteo ci presenta le ultime parabole raccolte nel capitolo tredicesimo. Le parabole parlano di vita.
Il regno dei cieli
è simile a un tesoro nascosto nel campo.
Carissimi, la vita è preziosa e il tesoro è l’immagine perfetta per questa preziosità.
La vita chiede ricerca appassionata e il nascondimento del tesoro è l’evocazione perfetta di questa condizione.
La vita è un campo in cui si semina, in cui si cerca, in cui si trova.
Gesù nel Vangelo di oggi continua le parabole per scaldare i nostri cuori attorno al caso serio della vita. Quale’è questo caso serio? La vita stessa. La sua unicità. È il Regno dei cieli, per noi credenti, è vita. E la vita è una terra fecondata d’eterno: adesso. Oggi, questa terra, questa mia vita è fecondata dall’Eterno.
La vita è paragonabile a un tesoro, dice Gesù. La vita come l’ha preparata il Padre per ognuno di noi è come un campo che nasconde un tesoro immenso.
Apparentemente la nostra vita è una distesa di terra: un campo. La vita è questa crosta di terra esposta alle scelte del tempo. Qual’è il compito del contadino? Qual’è il compito del credente. Qual’è semplicemente il compito dello’uomo? Quello di scavare. È necessario scavare, carissimi fratelli e sorelle.
Questo è il primo consiglio appassionato di Gesù: scavare. Occorre scavare. Occorre scendere sotto le apparenze di un terreno uguale ad altri terreni, scendere e scavare per trovare il tesoro della vita.
L’invito costante, carissimi, a non lasciarci ingannare dalle apparenze, il campo dell’esistere è la protezione dello scrigno che ci cambia la vita. Certo è nascosto il tesoro, questo ci permette di decidere, se cercare o accontentarci di sopravvivere (vivere sopra!) e non comprendere mai la vera essenza della vita. Perché il tesoro è il tutto del campo. Il tesoro è il tutto della nostra vita. È necessario comprendere questo nella nostra vita. Il tesoro è il tutto della nostra vita. È necessario comprendere chi è il nostro tesoro. Il tesoro è Dio.
Un uomo lo trova e lo nasconde.
In poche parole tutta la bellezza dell’esistere. Trovare il tesoro, sentire i brividi di una vita cambiata e poi nasconderlo di nuovo. Ed essere felici. Se ne va pieno di gioia. Perché si è trovato un motivo per cui impegnare tutta la vita. Vivere per scavare, trovare il tesoro e poi nasconderlo, per continuare a scavare, a trovare il tesoro e poi a nasconderlo.
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
È simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose.
Carissimi fratelli e sorelle, il Regno dei cieli non è solo il tesoro, non è solo la perla, ma anche il mercante che cerca. Occorre essere mercanti, essere cercatori.
La felicità non è frutto del caso ma risposta a un cuore che vuole arricchirsi. Il cristianesimo esalta il desiderio di vita buona, risveglia la fame e il desiderio di una vita che non si accontenta.
L’uomo non è fatto per la rassegnazione, per accontentarsi del minimo: serve costantemente un sogno grande. Abbiamo sogni nella nostra vita?
Qual’è il sogno del contadino e del mercante? Quale è il sogno della nostra vita? Vendere tutto. Per quale motivo? Per guadagnare tutto. Lasciare molto, ma per avere di più.
La fede, per molti, è diventata perdita. Cosa guadagno nella mia vita nel credere?
Il contadino e il mercante non perdono niente, investono tutto. Così dobbiamo essere noi cristiani: scegliere ed è necessario scegliere bene per guadagnare tutto. È in questo non siamo i più buoni, i “primi della classe”, anche chi è fuori dalla chiesa sa scegliere e sa scegliere bene, semplicemente noi siamo i più ricchi perché abbiamo investito tutto in un tesoro di speranza, di luce, di cuore.
I discepoli non hanno tutte le soluzioni in tasca, ma cercano. Lo stesso credere è un verbo dinamico, bisogna sempre muoversi, sempre cercare, proiettarsi, pescarelavorare il campo, scoprire sempre, camminare sempre, tirar fuori dal tesoro cose nuove e cose antiche.
Mi piace accostare a queste parabole un episodio accaduto a uno studente di teologia, all’esame di pastorale. L’ultima domanda del professore lo spiazza: «come spiegheresti a un bambino di sei anni perché tu vai dietro a Cristo e al Vangelo?». Lo studente cerca risposte nell’alta teologia, usa paroloni, cita documenti, ma capisce che si sta incartando. Alla fine il professore afferma: «digli così: lo faccio per essere felice! Seguo Cristo semplicemente per essere felice».
È la promessa ultima delle due parabole del tesoro e della perla, che fanno fiorire la vita.
Anche in giorni disillusi come i nostri, il Vangelo osa annunciare tesori. Osa dire che l’esito della storia sarà buono, che l’esito della nostra vita comunque sarà buono, nonostante tutto può apparire buono. Perché Qualcuno prepara tesori per noi, semina perle nel mare dell’esistenza.
Dio per te è un tesoro o soltanto una fatica? È perla della tua vita o solo un dovere?
Le parabole di oggi ci ricordano che l’ordine è inverso. Se la gioia di un innamoramento, di un “che bello!” a pieno cuore, non precede le rinunce, queste non generano che tristezza, freddo, lontananza, disamore, consumazione del cuore. Come diventerò cercatore di perle? Chiedendo il dono di Salomone: donami Tu un cuore che ascolta. Dono immenso da chiedere sempre: per ascoltare Dio e il grido di Abele, per ascoltare cielo e terra, angeli e parabole, per ascoltare la bellezza e la cattedra dei piccoli della terra. Allora matureranno tesori.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quale tesoro oggi Gesù dissotterra nel tuo cuore?
In che luogo della tua vita hai scoperto un tesoro sepolto?
Dove è venuto a cercarti Gesù, quando ti sentivi nascosto e dimenticato in un campo?
PREGHIERA
La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.
Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.
Sal 118