LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230108.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il tempo del Natale si chiude con la festa del Battesimo di Gesù, salvando così il mistero della sua Incarnazione da ogni possibile fraintendimento e riduzione.
Il Natale non è solo la dolcissima memoria della tenerezza di un Dio a cui è piaciuto manifestare la sua gloria nella fragile umanità di un infante.
Il Natale è l’incontro di Dio con l’uomo, con la storia.
Sulla riva del Giordano si è bisognosi di ritrovare umanità. Gesù decide di farsi trovare. E allora Gesù si mette in fila con i peccatori, si immerge nelle ombre della gente prima ancora che nell’acqua del Giordano. Si immerge per condividere, per contaminarsi di vita vera: e già pronunciare queste parole regala un brivido. Signore tu non hai paura del mio peccato!
Un Dio che viene a trovarci nella parte più fragile e oscura, nella parte di noi che tendiamo a nascondere. Scende nel nostro peccato il Signore, scende per condividere la paura di non saper vivere la vita, scende come padre ad alleviare la nostra paura del buio, scende perché il rischio è troppo alto, è il rischio della nostra disumanizzazione; perché questo fa il peccato, ci rende disumani, e il Signore scende a volerci umanizzare ancora. Scende il Signore, a e allora io comprendo che non posso più avere paura della mia parte oscura, perché, se lo cerco, Lui è, anche lì.
Giovanni voleva impedirglielo. Ironia della sorte: una vita passata ad attenderlo e un attimo, un attimo solo che rischiava di rovinare tutto. Perché non lo aspettava così. Giovanni Battista ha paura e vuole impedire a Gesù di scendere, di osare così tanto nella nostra umanità.
Lascia fare. Per ora, dice Gesù, ma Giovanni, l’uomo, non comprende e forse nessuno di noi comprenderà che il vertice dell’amore possa germogliare nel nostro abisso.
Come comprendere che Dio per amore riesce a scendere fin dove sembra finire ogni traccia di umanità? Come può Dio scendere fino a farsi ammazzare per amore? Eppure, oggi questo Dio, ci dice: “sono arrivato anche qui, nella tua umanità, per dirti che ti amo”?
Abbiamo ancora troppa paura Signore, invece tu ci chiedi di “lasciarti fare” che significa lasciarci amare.
Abbiamo ancora troppa paura Signore, paura della fragilità, invece tu ci chiedi di “lasciarti fare” che significa imparare a credere che anche negli angoli più bui della storia tu fai casa. Tu Signore sei il Dio che scende dove io sono più lontano da me, tu sei il Dio che abita le mie paure e i miei peccati, tu sei il Dio che si contamina con le mie piaghe, le mie lebbre, i miei tradimenti. E io mi stupisco ancora di trovarti lì. Tenerissimo sconcerto, sconvolgente tenerezza.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quali relazioni sono importanti ora nella mia vita?
Che desideri ho rispetto ad esse?
Metto le relazioni che vivo, con difficoltà e gioie, nel dialogo con Gesù?
PREGHIERA
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.
Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.
Salmo 28