LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Luca 17,11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20221009.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il vangelo di questa domenica, XXVIII del Tempo Ordinario, ci fa giungere a Gerusalemme passando attraverso la Samaria. Stupore e meraviglia davanti a questo passaggio da Samaria. Come se il Vangelo ci dicesse che non possiamo raggiungere Gerusalemme senza attraversare la nostra Samaria. Si tratta di sprofondare dentro le proprie quotidiane infedeltà. È qui ci viene incontro l’alito di morte, la lebbra. La nostra Samaria ci mostra la parte malata di noi, la parte orrenda che ci abita, impossibile andare a Gerusalemme senza passare da qui.
Cristo ci ordina di camminare, di andare dai sacerdoti. Serve fede per camminare: lebbroso e coraggioso, a viso aperto, piaghe al sole. Noi peccatori non ancora convertiti, volevamo una storia esemplare di conversione da raccontare invece abbiamo solo la nostra miseria, la nostra lebbra e la vergogna per ciò che siamo.
Camminare purifica. Il movimento di cammino incontro alle persone compiuto con sincerità, onesto, se non punta a nascondere o a voler mostrare solo la parte migliore purifica. Asciuga la lebbra. La lebbra ci fa rendere conto che dobbiamo la vita agli altri, alla loro pazienza, al fatto che ci sono e che ci permettono cammini di avvicinamento.
Se ripensiamo al nostro passato, alla nostra vita, sentiamo che è proprio così, la parte straniera ed infedele, quella di cui avevamo vergogna, quella che aveva sfasciato l’apparenza costruita con tanta cura, lei smascherata, tornando da Lui, ci riconsegna a noi. E in quel momento, nell’istate dell’incontro, sentiamo che non dovevamo far altro che franare in adorazione.
Siamo chiamati, carissimi amici, a tornare a casa lodando Dio a partire dal cuore delle nostre lebbre perdonate. Tornare a casa lodando Dio sfinendo in pianto ai piedi delle persone che ho usato, ferito, abbandonato. Quel movimento di ritorno al Risorto, anche se in minima parte, uno su dieci, è già frammento di verità. Anticipo di Eternità. Presagio di santità, di verità e di bellezza interiore.
A questo siamo chiamati, a far tornare tutto a Lui, a sentire che il male che ci abita pur mantenendo la pesantezza dello scandalo, pur attraversato dalla tenebra (soprattutto quando ha fatto del male ad altri, quando ha scandalizzato i piccoli) può trasfigurarsi in possibilità di bellezza. Sembra una bestemmia, ma devo arrivare a ringraziare per il male che ho riconosciuto perché mi ha liberato dall’idea di perfezione che avevo di me. E devo continuare a chiedere perdono per la mia complicità al male.
Torniamo a Dio per alzarci. Per risorgere. Per tornare a Dio, attraverso i fratelli, per farsi salvare la vita.
Essere purificati significa non aver bisogno di andare dal medico, essere guariti significa aver voglia e libertà di dire grazie nella consapevolezza di aver ricevuto qualcosa che da soli non potevamo darci.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quale si trazione di lebbra mi abita?
Riesco a vivere e ad attraversare la mia Samaria?
La mia Gerusalemme: mi sento di ringraziare il Signore?
PREGHIERA
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Salmo 97