Usi questo tessuto per le piante? attento a cosa succede alla terra e alle radici

Il tessuto non tessuto è largamente utilizzato in orticoltura e giardinaggio per diversi scopi, come la protezione delle radici, la pacciamatura e la copertura delle piante contro il freddo. Questo materiale, costituito da fibre sintetiche compresse, offre vantaggi eccellenti rispetto ai tradizionali teli in plastica, ma richiede attenzione per quanto riguarda le condizioni del terreno e la salute delle radici delle piante.

Vantaggi del tessuto non tessuto per terreno e radici

Uno dei principali pregi del tessuto non tessuto per radici è la sua permeabilità all’acqua, caratteristica che permette all’acqua piovana o di irrigazione di passare facilmente, evitando ristagni che potrebbero generare marciumi radicali. Questo tipo di tessuto aiuta a:

  • Prevenire la formazione di pozze d’acqua sopra la superficie, che potrebbero danneggiare sia il terreno sia l’apparato radicale.
  • Mantenere il terreno più stabile, limitando l’erosione e la fuoriuscita delle radici in superficie.
  • Evitare la crescita incontrollata delle radici sotto pavimentazioni, sentieri o bordure, offrendo un controllo fisico senza l’uso di sostanze chimiche.
  • Proteggere l’apparato radicale dalle escursioni termiche e, in molti casi, favorire uno sviluppo sano prevenendo i danni causati da freddo intenso o caldo eccessivo.
  • Impedire la crescita delle erbacce che competono con le piante coltivate per acqua e nutrienti.

Oltre a queste proprietà, il tessuto non tessuto risulta più resistente della versione intrecciata di pari peso e offre una durabilità elevata nel tempo, soprattutto nelle versioni di qualità superiore. Non si sfilaccia e supporta bene il peso di ghiaia o terriccio, rendendolo adatto sia per aiuole che sotto prati artificiali.

Effetti sulla qualità del terreno

L’utilizzo del tessuto non tessuto influisce sulla struttura fisica e biologica del suolo in modo generalmente positivo, purché siano osservate alcune precauzioni fondamentali al momento della posa:

  • Prima di stendere il tessuto, la superficie deve essere priva di detriti, erbe infestanti e radici già morte. Questo evita il rischio di ristagni di umidità sotto il tessuto, che possono innescare processi di decomposizione dannosi e lo sviluppo di funghi patogeni.
  • Se non si presta attenzione alla pulizia del suolo, si favorisce lo sviluppo di muffe e imputridimenti, oltre a compromettere la circolazione dell’aria fondamentale per la respirazione delle radici.

Un buon tessuto non tessuto, a differenza dei film plastici come quelli in polietilene, non rilascia microplastiche nel terreno durante il degrado. Questo previene la contaminazione del suolo, la perdita di fertilità e il danneggiamento della rete microbica essenziale per la salute vegetale. È comunque buona prassi rimuovere periodicamente o sostituire il materiale quando mostra segni di usura, evitando l’accumulo prolungato di materiali sintetici nel suolo.

Attenzione agli effetti collaterali e ai limiti

Sebbene il tessuto non tessuto offra vantaggi rilevanti, l’uso improprio può comportare alcuni rischi:

  • Un posizionamento scorretto, senza lasciar respirare adeguatamente il terreno, può limitare la circolazione di aria e acqua nelle zone radicali più profonde.
  • L’accumulo di umidità sotto il tessuto, in condizioni di bassa traspirazione, favorisce la proliferazione di biofilm, muffe e malattie radicali. Questo è particolarmente vero in suoli pesanti o in aree con scarsa esposizione al sole.
  • Un altro rischio è la riduzione della luce solare raggiunta dal terreno, che in alcuni casi può modificare la temperatura e la dinamica microbiologica, anche se nella maggior parte dei casi il tessuto non tessuto non è completamente opaco.
  • Sotto stress termico – come accade con il telo nero di pacciamatura in plastica – può verificarsi il surriscaldamento superficiale delle radici, causando scottature o blocchi di crescita nelle specie più sensibili.

Per questi motivi, si preferisce il tessuto non tessuto nelle aree dove sia richiesta una gestione flessibile e sostenibile del suolo, oppure dove serve una protezione stagionale (autunno-inverno) piuttosto che un uso permanente durante l’intero ciclo annuale.

Consigli per un impiego corretto

Prima della posa, assicurarsi che il terreno sia lavorato e privo di radici di erbacce persistenti. Dopo aver steso il tessuto, fissarlo saldamente al suolo con picchetti specifici, prestando attenzione a non strapparlo durante la messa in opera. Evitare di coprire completamente la zona del colletto delle piante per luci e ricambio d’aria. È consigliato:

  • Utilizzare materiali di qualità specificamente pensati per agricoltura e giardinaggio, evitando prodotti generici o destinati ad altri usi.
  • Monitorare periodicamente la condizione del tessuto e la salute delle radici, soprattutto nei primi mesi dopo l’applicazione.
  • Eseguire irrigazioni mirate, meglio se a goccia, per sfruttare appieno la permeabilità idrica del materiale mentre si prevengono ristagni localizzati.
  • Per le aree soggette a forti piogge o suoli argillosi, valutare la sostituzione o il sollevamento temporaneo del telo durante la stagione più umida.

In alternativa, in certe situazioni si può optare per pacciamature di tipo organico, come cortecce, foglie tritate o lapillo vulcanico che – abbinate al tessuto non tessuto – aumentano la protezione e migliorano a lungo termine la fertilità del suolo.

Il tessuto non tessuto risponde bene anche come elemento temporaneo di difesa delle piante durante l’inverno (contro gelate e venti freddi), favorendo la formazione di un microclima stabile e riducendo l’impatto degli agenti atmosferici più aggressivi. Tuttavia, va sempre garantita la manutenzione e la sostituzione periodica onde evitare effetti indesiderati sul terreno e sulle radici.

Una scelta consapevole e attenta dei materiali, supportata da una gestione agronomica oculata, consente di ottenere il massimo beneficio dal tessuto non tessuto senza compromettere l’equilibrio e la salute del sistema suolo-radici delle proprie piante.

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