Pietro è un personaggio che mi ha sempre affascinato, perché Pietro siamo noi!
In queste otto Lectio mi sono soffermato a meditare su alcuni momenti del cammino di fede dell’apostolo, che poi è il nostro cammino, il cammino di ogni discepolo.
Pietro è un personaggio eccezionale per diversi motivi: per lo spazio che occupa nel Nuovo Testamento, per la missione particolare che gli è stata affidata, per la ricchezza e la complessità del suo ruolo, per la sua successione apostolica che oggi rimane oggetto di dibattito tra le diverse confessioni cristiane.
Questo discepolo è il personaggio più controverso che c’è nei vangeli.
In lui non sembrano esserci zone grigie, ma o il bianco o il nero.
È stato invitato da Gesù a essere pescatore di uomini ed è stato l’unico a dover essere pescato da Gesù.
Gesù sale anche sulla tua barca, sulla barca della tua vita, e ti prega di ripartire perché sei fatto per navigare in mare aperto: «Prendi il largo e getta le reti per la pesca». Che bello! Dio ci raggiunge sempre nel momento meno spirituale che possiamo immaginare, quando siamo scoraggiati e ci chiede di non contare sulle nostre forze. E’ proprio lì che ci raggiunge, non solo quando siamo in adorazione. E’ facile sentirsi vicini a Dio a Messa: più difficile sentirsi vicino a lui nella malattia o nel momento del fallimento ma è proprio lì che ci raggiunge. Ci vuole fede, lo so. A noi piacerebbe gestire tutto, tenere tutto sotto controllo, avere la vita nelle nostre mani: ma non è così. In certe situazioni ci sembrerà di affogare, di annegare, di affondare. Cosa fare? Fidarci! Come Pietro avremo paura di non farcela. Magari usciremo dalla nostra barca, faremo qualche passo, ma poi saremo assaliti dal dubbio e affonderemo. Questo è il nostro Dio, un Dio che ama senza misura. E’ vero, Dio non ci risolve le questioni ma ci dà la forza per risolverle. Nella tempesta Lui dice: «Coraggio, sono io, non aver paura».
A Pietro il maestro ha dovuto ripetere il rimprovero: «uomo di poca fede perché hai dubitato?». È benedetto da Gesù ma cinque minuti dopo è allontanato come un diavolo: «vattene via da me, Satana». È stato chiamato a essere una pietra adatta a costruire la Chiesa, in realtà si dimostra essere una pietra dello scandalo, una pietra d’inciampo. Giura a Gesù di essere capace di dare la vita per lui ma cinque minuti dopo spergiurerà di non conoscerlo. Insomma Pietro non ne azzeccherà una! Aveva la capacità di parlare quasi sempre a sproposito, al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Bisogna accettare di essersi sbagliati per trovare la strada giusta. Significa fidarsi di qualcuno che è più grande dei nostri limiti. Quanta fatica farà Pietro prima di capire che i nostri limiti, se abbracciati, possono diventare il campo dove Dio può seminare.
Avevamo proprio bisogno che il Signore ci regalasse Pietro, uno come noi, che ogni giorno guardasse in faccia i suoi limiti, con umiltà, senza provare vergogna.
Per Pietro la fede è stato un itinerario difficile, impegnativo, fatto di entusiasmo e fragilità, di continua scoperta della chiamata, della fedeltà di Dio e del suo perdono.
Noi ci portiamo dentro l’idea tremenda che il nostro essere peccatori, ci ponga lontani da Dio perché il male ci allontana da Dio.
Pensiamo che Dio si avvicini a noi solo quando siamo puri, degni. Anche Pietro pensava così.
Per fortuna il Signore la pensava in maniera diversa. D’altra parte che “bella notizia” sarebbe? La nostra storia, incasinata quanto volete, va bene così com’è. Dio non ci vuole cambiare, a Lui stiamo bene così e Pietro faticherà tutta la vita a capirlo.
Cristo si fa presente anche in quei momenti in cui noi siamo più deboli, più fragili, in cui non abbiamo più il coraggio di dire “ti amo”, in cui non crediamo più all’amore, in cui facciamo fatica a lasciarci perdonare. La Chiesa stessa è esperienza di fragilità ma il Signore quando vede in noi la coscienza del nostro limite, sa’ che siamo pronti a iniziare un cammino di conversione.
Pietro è’ conosciuto per la sua testardaggine ma il Signore lo è ancora di più. È la testardaggine dell’amore. Per questo Gesù ha dedicato, a questo discepolo, più tempo, più cure e attenzione che a tutti gli altri discepoli messi insieme.
Non è per le sue qualità che l’apostolo sarà pietra, cioè garanzia di stabilità, ma perché ogni suo errore, ogni sua scivolata ha fatto emergere, la sola Pietra che tiene, Gesù Cristo.
Anche il nostro cristianesimo non ha altro appoggio che la pietra di Cristo.
La figura di Pietro, oltre che a rinnovare la nostra fede, ci aiuta a ravvivare il dono della fede, dono che è sempre da approfondire, per poterlo accogliere con stupore e gratitudine.
In questo discepolo, ogni persona ci si può identificare. La storia di questo discepolo è la nostra storia. Noi siamo Pietro! Se Gesù c’è l’ha fatta con lui, può riuscirci con chiunque di noi!
Coraggio, caro lettore! Se anche tu come Simone guardi con sofferenza le reti vuote dei tuoi fallimenti, affidati alla Sua Parola. Se fai esperienza del tuo limite, non temere, il Suo amore è più forte. Se ti sembra che il Vangelo sia una follia, prova a dire con Simone: «Sulla tua parola getterò le reti».
diac. Paolo De Martino