La pensione di reversibilità non arriva? Ecco i motivi nascosti dei ritardi e cosa fare subito

Quando si attende il pagamento della pensione di reversibilità e l’accredito non arriva nei tempi previsti, la situazione può generare comprensibile preoccupazione e incertezza. Tuttavia, esistono diversi motivi nascosti che possono giustificare questi ritardi, e per ciascuno di essi sono previste specifiche azioni da intraprendere immediatamente per sbloccare la pratica e ricevere quanto spettante.

Principali cause dei ritardi nella pensione di reversibilità

Il primo aspetto fondamentale da considerare riguarda il rispetto delle tempistiche amministrative da parte dell’INPS, l’ente incaricato della gestione e dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche ai superstiti. La reversibilità, così come la pensione indiretta, non viene erogata automaticamente ma solo in seguito a una domanda corretta e completa presentata dagli aventi diritto.

Tra le cause più frequenti di ritardo nei pagamenti rientrano:

  • Mancanza o incompleta trasmissione della documentazione: Errori, omissioni o insufficienza di dati e certificati richiesti possono rallentare tutto il processo. Se la domanda non risulta perfettamente compilata o i documenti risultano incoerenti, l’INPS può sospendere l’istruttoria fino a integrazione.
  • Mancanza dei requisiti contributivi del defunto: Per la pensione di reversibilità è necessario che il defunto, se non già pensionato, abbia maturato almeno 15 anni di contributi oppure almeno 5 anni, di cui 3 nell’ultimo quinquennio precedente al decesso.
  • Mancata appartenenza alle categorie aventi diritto: La legge prescrive che il beneficio spetti a determinate categorie di parenti. La mancanza dei requisiti soggettivi (status di coniuge, figlio minore/invalido, ecc.) può portare a ritardi o rigetti.
  • Problemi tecnici o amministrativi: Errori nei sistemi informatici dell’INPS, periodi festivi, chiusure degli uffici pubblici, riorganizzazioni interne o flussi eccezionali di domande possono determinare allungamenti inconsueti nei tempi.

Un esempio concreto di slittamento dei pagamenti si verifica nei mesi in cui il primo giorno cade di domenica o durante festività nazionali, come è avvenuto a giugno 2025. In questi casi, gli accrediti vengono normalmente spostati al primo giorno lavorativo successivo, con il rischio di disagi specialmente per chi conta su quella specifica data per i pagamenti correnti.

Le tempistiche standard e le possibili variazioni

Da prassi amministrativa, l’INPS è tenuta a rispondere alle richieste di pensione, compresa quella di reversibilità, entro 50 giorni dalla presentazione della domanda. Per altre tipologie di pensione i tempi possono estendersi fino a 120 giorni. Tuttavia, si tratta di limiti massimi e in molti casi la pratica può essere istruita e pagata più rapidamente.

I fattori che possono incidere sulle tempistiche effettive sono molteplici:

  • Il carico di lavoro degli uffici INPS;
  • La puntualità nella produzione di tutta la documentazione da parte degli eredi;
  • Eventuali verifiche supplementari richieste dall’istituto di previdenza;
  • Sospensioni dovute a ricorsi o richieste di integrazione documentale.

È importante verificare se la domanda è stata inoltrata tramite i canali ufficiali: sito INPS con accesso tramite SPID, CIE o CNS, patronati, o contact center INPS. Dopo la trasmissione, ogni stato della pratica può essere monitorato direttamente online tramite il portale dell’Istituto.

Motivi di rigetto o sospensione della pratica

Oltre ai ritardi, può accadere che la pensione venga esplicitamente rigettata o sospesa. In questo caso l’interessato riceverà una specifica comunicazione con l’indicazione delle motivazioni. Le ragioni più comuni sono:

  • Mancata maturazione del diritto: Il defunto non aveva un’anzianità contributiva sufficiente per legge, o non risultava iscritto ad alcuna gestione previdenziale pertinente;
  • Errori formali nella compilazione della domanda: Una semplice inesattezza anagrafica o la mancanza di un allegato può far sospendere l’iter;
  • Assenza dei presupposti soggettivi: Ad esempio, nel caso del coniuge divorziato, la mancanza del diritto a percepire l’assegno divorzile fa decadere il beneficio;
  • Decesso del beneficiario: La reversibilità decade con la morte del soggetto avente diritto e, per errore o per mancata comunicazione all’INPS, potrebbero esserci pagamenti errati o sospensioni improvvise.

In caso di rigetto, è essenziale leggere attentamente la lettera dell’INPS e verificare la presenza di eventuali errori o omissioni che si possono correggere tempestivamente. Se il motivo è la documentazione incompleta, è possibile produrre quanto richiesto e inoltrarlo con una richiesta di riesame, senza dover per forza attendere la scadenza dei termini di ricorso.

Cosa fare subito per sbloccare la pensione di reversibilità

Chi si trova in attesa dell’accredito o teme di essere vittima di un blocco burocratico deve agire tempestivamente attraverso i seguenti passi:

  • Controllare regolarmente lo stato della domanda: Autenticandosi sul sito INPS nell’area dedicata alla propria posizione pensionistica, si possono visionare avanzamenti, eventuali richieste di integrazione e scadenze burocratiche.
  • Leggere con attenzione tutte le comunicazioni INPS: Ogni notifica cartacea o digitale reca le cause del blocco e le indicazioni puntuali su come procedere per sanare la situazione.
  • In caso di silenzio o ritardi anomali superiori a 50 giorni: È consigliabile prendere contatto diretto con lo sportello INPS di competenza o affidarsi a un patronato per verificare se la lavorazione è ferma per carenze documentali, problematiche legate ai requisiti o rallentamenti interni.
  • Inoltrare rapidamente eventuali integrazioni documentali richieste: La tempestività nell’invio di certificati, autocertificazioni e altri documenti può accelerare la chiusura favorevole della pratica.
  • In caso di diniego formale: È possibile avviare un ricorso amministrativo entro i tempi previsti (solitamente 90 giorni dal rigetto), presentando la documentazione integrativa o le memorie difensive tramite gli appositi canali oppure affidandosi a un CAF o un avvocato specializzato nel settore previdenziale. In casi estremi, è contemplato il ricorso al giudice del lavoro.

Vale la pena ricordare che il mancato rispetto delle scadenze procedurali per la produzione di documenti o per la presentazione del ricorso può compromettere in modo definitivo il diritto al trattamento. Per questo motivo, è fondamentale agire in modo tempestivo e preciso, mantenendo sempre copia di ogni cedola, ricevuta digitale o comunicazione intercorsa con l’ente.

Un aspetto spesso sottovalutato è il ruolo dei festivi nazionali e delle chiusure degli istituti bancari e postali, che possono ritardare alcune operazioni di accredito pur senza che vi siano problemi nella posizione contributiva o documentale del richiedente. Ad esempio, quando il primo giorno del mese coincide con una domenica o con una festività, la liquidazione della pensione slitta direttamente al giorno lavorativo successivo; ciò vale sia per gli accrediti su conto corrente bancario che su libretto postale.

In sintesi, la puntualità nell’invio e nella verifica della documentazione, l’attenta lettura delle comunicazioni ufficiali e il tempestivo coinvolgimento di un professionista qualificato restano le strategie più efficaci per risolvere rapidamente i casi di sospensione, rigetto o ritardo della pensione di reversibilità, nonché per tutelare i propri diritti di fronte all’INPS e agli altri enti competenti.

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