“Miracoli ed Emergenze”
La storia della mia vocazione, oggi, la vedo scorrere tra miracoli ed emergenze.
Dio mi chiamò per la prima volta dopo la Cresima, ai 14 anni, quando mi chiese di essere “missionario e medico”. Quando quasi ero medico, e pronto per andare in Africa ad esercitare (praticavo presso Medicina tropicale dell’Umberto I di Roma), di nuovo quella stessa voce mi chiese di essere “religioso”. Questa volta, mi tirai indietro, per tre anni feci finta di non sentire, ma la voce sempre più insistente divenne una necessità quando i Testimoni di Geova misero in crisi la mia “fede cattolica” ignorante. Dovevo conoscere la Bibbia e cos’era la Chiesa per potergli rispondere. Grazie all’aiuto di un sacerdote salesiano, professore di fisica, ex missionario in Cile, non solo conobbi la Bibbia e la Chiesa (del Vaticano II), ma scoprì che significava questa vocazione ad essere “religioso”: com’era appassionante e mille volte meglio di qualsiasi altra vocazione e missione sulla terra (era il 1985 e avevo 23 anni).
Sempre miracolosamente conobbi i camilliani, attraverso un laico, il professore di corno di mio fratello, e questi mi mostrarono un abito nero con la croce rossa e la loro consacrazione della vita a Dio negli ospedali e per servire i malati “anche con pericolo della vita” sentendosi servi dei malati (Gesù nel malato ed essere Gesù per il malato). Erano come dei templari, eroi della carità nel mondo della salute (seppi solo molto tempo dopo che i templari nacquero nel mio paesino di Gaeta e lavoravano con i malati).
Quindi la mia missione cambiava in essere “missionario, medico e religioso”. Partì nel 1989 per la prima volta per il Burkina Faso (Paese dell’Africa Sub-sahariana) e Benin come medico e postulante camilliano e confermai quello che immaginavo nella mia fervida fantasia di adolescente, “era bellissimo, era qualcosa di epico, era la vera felicità” curare e guarire, guarire e dare una parola di salvezza, dove non c’erano medici (in savana, nella giungla). Si ripetettero queste esperienze africane estive fino ad accumulare un anno di esperienza medica e pastorale. In inverno lo passavo studiando: filosofia, poi teologia, poi teologia pastorale sanitaria, magister e diplomati vari, studiai 10 lingue in 10 anni, io che non ero portato per le lingue, che non avevo mai avuto tanta memoria. Un altro miracolo. Però, arrivato alla professione perpetua e al sacerdozio, i superiori mi dissero che non era più possibile andare in Africa.
Dio si era sbagliato nel dirmi la mia vocazione? Mi dedicai all’insegnamento. Qualche anno dopo, nel 2005, partivo per il Cile come missionario (nell’ultimo angolino dove finisce il mondo), come medico accademico e ricercatore (nella facoltà di medicina della Pontificia Università Cattolica del Cile), e, soprattutto come religioso camilliano e sacerdote. È stato qui, nei 17 anni di missione, che ho potuto vivere il mio quarto voto di assistenza eroica ai malati nel post terremoto (8.9 gradi della scala Mercalli) con 15 progetti interdisciplinari a favore dei paesi colpiti nell’epicentro del terremoto, e nella pandemia Covid, stando in trincea con il personale sanitario a strettissimo contatto con 50 fino a 80 malati gravi di covid, tutti i giorni, per 2 anni, nelle tre ondate che abbiamo vissuto. Senza mai ammalarmi, né entrare in burn out, altro miracolo! Come cappellano d’ospedale, nel quotidiano ho visto tanti miracoli di guarigione attraverso la fede, e, in un lavoro d’équipe, abbiamo lavorato per la pastorale, l’umanizzazione e l’etica del lavoro in sanità, nell’ultimo ospedale di Chiesa del paese.
Pero, il regalo più bello che mi ha fatto il Signore in questa vita consacrata camilliana di 33 anni, e missionaria medica di 18 anni, è stato avermi fatto ricercare e scoprire e condividere una nuova strategia di salute biografica e guarigione integrale (in teoria e pratica), una Chiesa comunità sanante(in teoria e pratica), una pedago-terapia (guarire insegnando a vivere in modo più mistico), e alla fine una profezia dei figli della luce, un kerigma che mostra la vittoria in qualunque battaglia della “storia” individuale e collettiva, attraverso la spiritualità della Divina Volontà. Grazie Dio, per questa vita camilliana di dinamismo, crescita umana e spirituale, vita integrale, miracoli ed eroismi, non la cambierei con nessuna al mondo.