Una vocazione adulta, preceduta da una vita mondana e totalmente spesa per i poveri e gli ammalati!
Ciao a tutti… mi chiamo Antonio Ricci, ho 44 anni e sono nato ad Orvieto il 12 maggio del 1977.
Fino a 32 anni ho vissuto, con la mia famiglia, in un piccolo paese – Monterubiaglio – dove ho avuto la gioia e l’onore di lavorare per 13 anni in una casa-famiglia per disabili psichiatrici e disagiati sociali, fondata negli anni ’50 del secolo scorso dal compianto parroco don Marzio Miscetti.
La mia vita è stata sempre caratterizzata dal servizio al povero e al malato sia nel mondo lavorativo che in quello del volontariato (Croce Rossa, Caritas sia al Centro Ascolto che alla Mensa dei Poveri che in Carcere ad Orvieto e nell’UNITALSI accompagnando molti malati a Lourdes e nei santuari mariani).
Durante questa avventura di volontariato ho avvertito il bisogno di fare un bilancio della mia vita e chiedere a Maria, di avere il coraggio di intravedere il disegno di Dio nella mia esistenza.
La mia quotidianità era molto piena, ma non del tutto… qualcosa mancava. Cosa? Così, dopo un periodo di discernimento ho intrapreso la via verso il sacerdozio nel Seminario Regionale Umbro in Assisi. Questa scelta, però, non mi rendeva del tutto felice. Qualcosa ancora mancava alla mia vita. Cosa? Così, con l’aiuto del mio Padre Spirituale ho compreso che la strada per essere totalmente felice era quella della consacrazione religiosa a servizio dei poveri e degli ammalati. Dopo una ricerca, sia sui social che attraverso amici, ho chiesto di fare un’esperienza vocazionale presso lo Studentato Camilliano di Roma. Qui ho vissuto il periodo del Postulandato, dove ho avvertito sempre più l’esigenza di continuare questo cammino che pian piano, tra gioie e dolori, tra fatiche e soste, mi ha portato, dopo l’anno di noviziato, vissuto a Bucchianico, paese natale di San Camillo, alla professione religiosa temporanea scegliendo di donare la mia vita in questa grande famiglia camilliana da fratello e non da sacerdote. Successivamente, ho continuato la mia formazione presso le comunità di Bucchianico visitando i malati, accogliendo i pellegrini presso il nostro Santuario e collaborando nelle diverse attività pastorali.
Nell’ultimo tratto del mio cammino formativo, sono rientrato a Roma presso lo Studentato Camilliano di Roma intraprendendo lo studio sulla teologia della vita consacrata, presso l’Istituto di Teologia della Vita Consacrata “Claretianum” e frequentando il Corso per Operatore Socio-Sanitario. Un tempo ricco e fecondo, grazie anche al servizio agli ammalati presso il “Villaggio Eugenio Litta” di Grottaferrata – Centro Neuropsichiatrico infantile diurno, residenziale e ambulatoriale.
Ora, vivo e opero presso la Cappellania dell’Ospedale “San Giovanni – Addolorata” ed il 12 dicembre mi sono consacrato in perpetuo nell’Ordine dei Ministri degli Infermi, professando i voti di povertà, castità, obbedienza ed assistenza ai malati anche con pericolo della vita.
Io non conoscevo San Camillo ed i religiosi camilliani, ma era forte il desiderio di consacrarmi a Dio attraverso i malati…
Una vocazione adulta, preceduta da una vita mondana e poi una seconda vita spesa totalmente per Dio e per i fratelli poveri e malati… questo era ed è anche il mio desiderio che pur con i miei limiti e l’aiuto di Dio si sta realizzando giorno dopo giorno.
Alla fine della formazione il mio sogno è di poter imitare San Camillo spendendomi tutto per Dio, i poveri e i malati sia corporalmente che spiritualmente.
Voglio rivolgere un messaggio ai giovani, in particolar modo a coloro che cercano un senso alla propria vita… è bello sentirsi chiamati, scelti da Dio, ma soprattutto riconoscerlo nel volto dei poveri e degli ammalati.