LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20240623.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici, se ci pensiamo bene, la nostra vita si compie di attraversamento in attraversamento. La nostra esistenza è sospesa tra due rive, tra un porto e un approdo. Siamo sospesi tra la nascita e la morte. Cos’è allora la nostra vita? Un continuo attraversare quel lago, che chiamiamo vita, spesso in tempesta. Ed è proprio quell’attraversamento che racconta la nostra vocazione più profonda: il vivere. Siamo continuamente in cammino attraversando dal giorno alla notte, di età in età, da stagione a stagione, di respiro in respiro.
Parlare è attraversare, ma anche pensare, creare, cercare, sognare, costruire, amare… ogni azione profondamente umana prevede sempre lo stesso movimento: staccarsi da una certezza per approdare ad una sponda nuova, misteriosa e promettente. Noi viviamo fino a quando siamo disposti a questo continuo movimento in uscita. Movimento che prevede di perdersi per trovare e trovarsi. Staccarsi da sé per scoprirsi.
Carissimi, non arrendiamoci all’immobilità e alla notte, ma salpiamo, comunque, nonostante la tempesta che può giungere nella nostra esistenza. Scegliamo di vivere, di andare incontro all’altro, di sognare un mondo più evangelico, di ricominciare a credere nell’uomo nonostante le nostre piccolezze, le nostre ingenuità, i nostri peccati. Scegliamo di salpare e cercare nuovi approdi, anche se non abbiamo coraggio e creatività. Scegliamo di salpare e di andare anche se abbiamo sbagliato già tante volte e tante volte ci siamo illusi che fosse l’ultima. Scegliamo di salpare, andare, tirando insieme i cocci di ciò che siamo, e dei sogni infranti. Andiamo verso nuovi orizzonti, così come siamo. Essere imperfetti, ma coraggiosi per attraversare all’altra riva della nostra esistenza. Nelle nostre notti Dio è con noi; intreccia il suo respiro con il nostro, e «non ci salva “dalla” tempesta ma “nella” tempesta.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Come vivi le tue tempeste?
Hai il coraggio, nonostante tutto, a salpare?
PREGHIERA
Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.
Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.
Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.
Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.
Sal 106