LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 4,1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230226.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il tempo della Quaresima, che abbiamo appena iniziato, è un tempo di prova, di lotta, di resistenza alle tentazioni che ci assediano. È un tempo di revisione interiore. È un cammino nel deserto della nostra vita orientato all’incontro con Dio. Camminiamo nel deserto per giungere ad incontrare Dio.
In questa prima domenica, il racconto delle tentazioni ci chiama al lavoro mai finito di mettere ordine nelle nostre scelte, a scegliere come vivere. Che bello, il cammino della quaresima ci permette di riflettere su come vivere.
La prima tentazione riguarda il rapporto con noi stessi e con le cose. La seconda tentazione è una sfida aperta alla nostra relazione con Dio. La terza infine tentazione riguarda la relazione con gli altri.
Desidero soffermare brevemente la nostra attenzione su queste tre tentazioni.
Il rapporto con noi stessi e con le cose. È la tirannia delle soddisfazioni — «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane» (Mt 4,4). Quante volte le cose sono più importanti di noi stessi, degli altri e di Dio. Il pane è un bene, ma più buona è la parola di Dio, il pane dà vita ma più vita viene dalla bocca di Dio. Accende in noi una fame di cielo. L’uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Parola di Dio è il Vangelo, ma anche l’intero creato, tutto ciò che ci circonda. Se l’uomo vive di ciò che viene da Dio, io vivo della luce, del cosmo, ma anche di te: fratello, amico, amore, che sei parola pronunciata dalla bocca di Dio per me, che sei immagine di Dio, dono di Dio per la mia vita.
La seconda è la tentazione della rapida affermazione e del successo senza sforzo, la lusinga di una vita facile, dove gli altri sono ridotti a un pubblico a conferma del nostro prestigio. Per fortuna il Signore non si lascia mettere «alla prova» (Mt 4,7) per essere ridotto a strumento della nostra vanagloria, perché la nostra vita merita di essere costruita pian piano, con la stessa pazienza con cui Dio dona e ama.
Questa tentazione presenta un grande pericolo: Dio è concepito come un mago – un Dio magico. Gesù ci mette in guardia dal volere un Dio magico a nostra disposizione, dal cercare non Dio ma i suoi benefici, non il Donatore ma i suoi doni. Dio è sempre con noi. Forse non ci darà tutto ciò che chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve, tutto ciò di cui ho bisogno.
L’ultima tentazione è la più subdola e pericolosa, perché propone la formula del possesso come antidoto alla precarietà del vivere: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai» (4,9). La bramosia di possedere è una felicità illusoria, perché ci espropria da noi stessi e ci introduce in un’invincibile ansia dove, alla fine, si rimane soli e inappagati. Non è il potere la vera felicità. Prendi il potere, occupa i posti chiave, cambia le leggi. Così risolverai i problemi, e non con la croce; con rapporti di forza e d’inganno, non con l’amore. Vuoi avere gli uomini dalla tua parte? Assicuragli pane, miracoli e un leader e li avrai in mano. Ma Gesù non cerca uomini da dominare, vuole figli liberi e amanti, a servizio di tutti e senza padrone alcuno. Per Gesù ogni potere è idolatria.
Carissimi, non possiamo servire Dio e mammona. È necessario fare delle scelte, da quale parte stare. Non si deve entrare in tentazione con il diavolo, non si deve indugiare nell’ascolto della seduzione. No, occorre solo ricorrere alla parola di Dio, invocare il Signore, non cedere a nessun dialogo con il male, ma allontanare il tentatore con la forza di Dio.
Nella vita di Sant’Antonio, il padre dei monaci, si legge della lotta tra lui e il diavolo e afferma: Sfinito dalla lotta vittoriosa contro le tentazioni, egli vede il Signore in un raggio di luce e gli chiede: “Dov’eri? Perché non sei apparso fin dall’inizio per porre fine alle mie sofferenze?”. E si sente da lui rispondere: “Antonio, ero qui a lottare con te”.
Non lasciamoci vincere dal male. Lottiamo contro il male. Dio è sempre con noi in questa lotta.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quale “avere” ti affascina? (Cose? Risultati? Persone? Approvazioni?)
Quale “apparire” ti attira? (Stima? Riconoscenza? Bellezza?)
Quale “potere” ti affascina? (Ruoli? Responsabilità? Poter decidere su altri?)
PREGHIERA
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Salmo 50