LEGGO IL TESTO
Dagli Atti degli Apostoli 6,8-12;7,54-60
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
È apparentemente strano celebrare la memoria di Santo Stefano, primo martire, subito dopo la celebrazione del Natale. Con tale festa la Chiesa nella sua sapienza intende sottolineare lo stretto legame tra incarnazione e martirio. Inoltre, subito dopo la manifestazione del Signore ricordiamo i “più vicini al Signore”, i veri amici, cioè i martiri. Così il 26 dicembre ricordiamo s. Stefano, il 27 s. Giovanni Evangelista, «il discepolo che Gesù amava», il 28 i ss. Innocenti di Betlemme.
Il sangue dei martiri non sminuisce la festa del Natale, ma ci ricorda che la nascita del Signore ci spinge a donare la vita pur di annunciare il messaggio di amore e di pace che è venuto a portare.
I martiri sono gli innamorati folli della vita, così innamorati disposti a donarla pur di non sciuparla e svuotarla del vero significato, non snaturarla e non svenderla al primo falso mercante. Il Signore è venuto a dare spessore e profondità alla vita. È il motivo che ci deve accompagnare quotidianamente a vivere seriamente e a non vivacchiare e ci deve condurre a chiederci se siamo innamorati della vita o la stiamo svendendo al primo mercante o se la stiamo sciupando con cose effimeri e passeggere, contrari al messaggio di amore e di pace che è venuto a portare il Signore. La sintesi di questo stretto legame lo troviamo nelle ultime parole dei martiri, e che troviamo anche in Stefano: “ti perdono”. Il perdono è la sintesi della vita e della morte perché è il sinonimo più bello del massaggio di amore e di pace che è venuto a portare il Signore. Il perdono ci permette di innamorarci della vita e non di svenderla al primo buon mercante. “Ti perdono” è il donoo più grande e più bello che possiamo offrire al prossimo nel giorno in cui ricordiamo la manifestazione del Signore.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Sei innamorato della vita o la stai svendendo al primo falso mercante??
Riesco a donare il perdono all’altro?
PREGHIERA
Donaci, o Padre, di esprimere con la vita
il mistero che celebriamo
nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire
e insegnaci ad amare anche i nostri nemici
sull’esempio di lui,
che morendo pregò per i suoi persecutori.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen