LEGGO IL TESTO
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1 – 19,42
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230407.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici,
abbiamo riascoltato, come ogni anno in questa preghiera del venerdì santo, l’annuncio della passione e morte di Gesù secondo Giovanni, il vangelo della gloria. Una gloria che contempliamo, oggi, nel Crocifisso, prima che nel Risorto.
Dopo la scena di intimità in cui aveva mangiato con i suoi e aveva lavato loro i piedi, Gesù esce progressivamente da quello spazio familiare e affronta l’ora della salvezza.
Desidero soffermare la nostra meditazione sul segno della Croce e vi invito a lasciar i sentimenti dolomitici che in questo giorno albergano nel nostro cuore e nella nostra anima.
Sant’Andrea di Creta in un’omelia tenuta nel giorno dell’Esaltazione della Croce dice: “Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro!”
In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la passione del Signore ci ricorda il grande mistero centrale della nostra fede: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché gli uomini siano salvati’ (cfr Gv 3,16), ‘abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza‘ (Gv 10,10)”.
Carissimi, è per la sua Croce che siamo salvati!
Questo strumento che in questo giorno adoriamo, che baciamo con dolore, pensando alla crudeltà avuta nei confronti del Figlio di Dio, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. Sollevando lo sguardo verso il crocifisso adoriamo colui che ci ha donato la vita.
La Croce è la sintesi della nostra fede, perché ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati. La Croce è segno di unione, che vince ogni divisione. È segno di riconciliazione, che supera ogni risentimento. È segno di perdono, che supera ogni offesa. È segno di pace, che supera l’odio, la vendetta e ogni forma di separazione dall’altro.
Guardando la Croce, anche noi siamo chiamati ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le “periferia esistenziali”; muoverci noi per prima verso gli altri, sopratutto quelli lontani, e non solo geograficamente, quelli dimenticati, quello che hanno bisogno di consolazione e di riconciliazione.
È nella croce che è racchiuso il modello a cui il cristiano è chiamato a guardare, se vuole seguire le orme del Signore e fare anch’egli della propria vita un dono concreto di amore per gli altri.
Non possiamo adorare la Croce, non possiamo innalzare come segno di vita e resurrezione questa Croce, se siamo noi, cristiani e credenti, segno di divisione, di non perdono, di allontanamento; se nel nostro cuore non albergano sentimenti di amore, di gioia, di unione, di accoglienza; se i nostri piedi non riescono ad andare incontro al fratello che ci ha offeso e umiliato; se nella nostra anima non abita la pace.
Non possiamo adorare la Croce con il gesto de bacio se le nostre labbra non riescono a baciare le sofferenze del fratello e della sorella; se le nostre la bara non pronunciano parole di accoglienza e di amore.
La Croce è segno di speranza per ognuno di noi, perché, alla luce della sua Risurrezione, Egli offre un senso al proprio lottare e al proprio soffrire e risplende come garanzia di vittoria su ogni forma di male e di sofferenza.
Per questo, dal profondo del nostro cuore, contemplando il Crocifisso, diciamo: «Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo»!
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Cosa genera diffidenza dentro di me?
PREGHIERA
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.
Salmo 30