LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20221225.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici, l’attesa è finita. Ancora una volta è Natale.
Il tempo dell’Avvento, che abbiamo concluso, ci ha regalato l’occasione di rimetterci in cammino, così come siamo, verso Betlemme, per meditare il mistero dell’Incarnazione del Verbo. La voce dei profeti, la testimonianza di Giovanni Battista, il sogno di Giuseppe, il coraggio di Maria, hanno tracciato una strada per farci arrivare colmi di desiderio davanti alla follia di un Dio fatto uomo.
Il dono, piccolo e immenso, del suo Natale ora è davanti agli occhi della nostra fede, per essere riconosciuto, creduto, accolto.
Come abbiamo ascoltato nella prima lettura, sempre dal basso, dal piccolo, dal fondo di un esilio, risorge per la Chiesa la gioia del Natale. Solo a partire dall’ultimo posto Dio può accendere una speranza di vita, come ci fa cantare gioiosamente il salmo responsoriale: «Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio».
Carissimi, la sfida che il Natale pone al cuore della nostra umanità è il parametro della piccolezza come criterio di compatibilità con la vita divina. Facendosi uomo, Dio ha voluto assumere non la forma del potente, ma di un bambino, di uno che non può parlare.
La Parola di Dio è venuta ad abitare in mezzo a noi come una piccola candela che lentamente pone fine alle tenebre che la circondano. In che modo? Semplicemente con la sua presenza e con la sua luce. È questo il segno del Natale. È questa la straordinaria forza della «luce vera, quella che illumina ogni uomo» (1,9).
Sulle “rovine” del nostro tempo, ancora una volta, la Chiesa celebra nel mistero dell’Incarnazione la sua speranza per il presente e per il futuro. Sebbene molti problemi e serie difficoltà riescano a gettare un’ombra sui sogni che portiamo nel cuore, il Natale del Signore afferma silenziosamente che il futuro è ricco di grazia.
L’augurio più bello per questo Natale che desidero rivolgere ad ognuno di voi… è quello di saper credere che non sarà difficile riconoscere quante mangiatoie vuote ci sono nella nostra realtà umana, dove convertire il bisogno di mangiare in desiderio di donarsi. Basta riconoscere quella preparata per noi. Poi adagiarci su di essa. Con semplicità e confidenza. Senza paura, come bambini appena nati.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quale Parola chiedi di vedere, oggi?
In che occasione, nella tua vita, hai sentito il Verbo farsi carne?
A chi puoi portare la luce del Signore?
PREGHIERA
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Salmo 97