LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/20241222.html
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
In questa ultima domenica, la liturgia della Parola ci fa meditare un’icona bellissima: l’incontro di Maria con Elisabetta.
Queste donne ci insegnano l’arte dell’incontro. Quali caratteristiche possiede questa arte?
1. Nell’incontro si devono intrecciare umanità e divinità. Nei grammi di queste donne avviene la danza di Dio e dell’uomo. Quanto è importante incontrare Dio nel volto, nella storia dell’altro, di quelli che incontriamo nella nostra umanità.
2. Ogni incontro deve essere frutto di un saluto. Maria, entrata nella casa, salutò Elisabetta. Entrare, varcare soglie, fare passi per andare incontro alle persone. Non restarsene al di fuori, ad aspettare che qualcosa accada ma diventare protagonisti, avvicinarsi, bussare, ricucire gli strappi e gli allontanamenti. E salutare tutti per via, subito, senza incertezze, per primi, facendo viaggiare parole di pace tra le persone. Bella l’etimologia di “salutare”: contiene, almeno in germe, una promessa di salute per le relazioni, di salvezza negli incontri. Quanto è importante salutare gli altri senza evitarle, escluderle o rifiutarle.
3. La corsa di Maria è accolta da una benedizione. Ogni dialogo che vorrebbe essere creativo dovrebbe scaturire da una benedizione. Benedire. Benedire sempre i fratelli. Solo così i nostri incontri possono essere creativi. Dire a qualcuno “sei benedetto” significa portare una benedizione dal cielo, salutare Dio in lui, vederlo all’opera, vedere il bene, la luce, il grano che germoglia, con uno sguardo di stupore, senza rivalità, senza invidia. Se non impariamo a benedire, a dire bene, non saremo mai felici.
4. L’ultima caratteristica, ingrediente di questa arte dell’incontro è il ringraziamento. Per prima cosa Maria ringrazia: è grata perché amata. L’amore quando accade ha sempre il senso del miracolo: ha sentito Dio venire come un fremito nel grembo, come un abbraccio con l’anziana, come la danza di gioia di un bimbo di sei mesi, e canta. Impariamo a ringraziare Dio e i fratelli per il loro amore.
Impariamo quest’arte dell’incontro, ci rende artigiani di felicità, di amore e di fede.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
In quale occasione un saluto ti ha rialzato?
Quando ti sei sentito beato, perché hai creduto nell’adempimento di ciò che il Signore ti ha detto?
Quale vita, quale amore che ti porti dentro preme per uscire?
PREGHIERA
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Sal 79