LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20240107.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
La festa del battesimo di Gesù che oggi celebriamo conclude il tempo di Natale e ci introduce alla vita pubblica di Gesù.
Cosa significa il termine battesimo?
Il termine greco battesimo significa immersione; battezzato è l’immerso in Dio. Ma ciò che è accaduto un giorno, in quel rito lontano, continua ad accadere in ogni nostro giorno: in questo momento, in ognuno dei nostri momenti siamo immersi in Dio come dentro il nostro ambiente vitale, dentro una sorgente che non viene meno, un grembo che nutre, riscalda e protegge. E fa nascere.
C’è un Battesimo che abbiamo ricevuto, c’è un battesimo riceviamo adesso, c’è un Battesimo esistenziale, quotidiano, nel quale continuiamo a nascere, ad essere generati da Dio: «chi ama è generato da Dio e conosce Dio» (1 Gv 4,7) al presente, adesso.
Amare, carissimi amici, significa far nascere, rimettere in moto il motore della vita. Il battezzato è colui che è immerso in un amore, e quando siamo immersi in questo amore nasciamo in maniera nuova e diversa, nasciamo con il respiro del cielo.
Gesù fu battezzato e uscendo dall’acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. Notiamo la bellezza del particolare: si squarciano i cieli, come per un amore incontenibile; si lacerano, si strappano sotto la pressione di Dio. Si spalancano come le braccia dell’amata per l’amato. Che bello, con il battesimo la mia vita è squarciata dall’amore di Dio, che mi ama.
Il battesimo parla di nascita e siamo chiamati a nascere ogni giorno alla vita. E nasciamo della specie di Dio, perché Dio genera figli secondo la propria specie. Con il battesimo la mia umanità è impastata di divinità, di Dio. Questo Dio che sceglie di venire ad abitare la mia umanità.
Noi nella sua vita e Lui nella nostra vita, un’unica cosa, un’unica realtà.
Qual’è allora la nostra vocazione di battezzati? Alzare gli occhi su pensieri altri, su vie alte che sovrastano le nostre vie; sentire che nella nostra vita sono in gioco forze più grandi di noi; che dipendiamo da energie che vengono da altrove, da una fonte fedele e che non viene meno, che alimenta la nostra vita; che non abbiamo in noi la sorgente di ciò che siamo. Con questa fede possiamo anche noi aprire spazi di cielo nuovo.
Se è vero che il nostro battesimo continua quello di Gesù, aprire il cielo resta anche la nostra vocazione. Aprire spazi di cielo sereno. Abitare la terra con quella parte di cielo che la compone. Ricordarlo al cuore distratto. Mescolare in giuste proporzioni finito e infinito (Platone): ed è il segreto della vita bella.
Aprire spazi di cielo sereno significa aprire speranza come si apre una porta chiusa. Significa, come i profeti, farci sovrastare dalle vie di Dio e dai suoi pensieri; e poi forzare il cielo perché si affacci dall’alto la giustizia; forzare la terra perché, almeno in me e attorno a me, giustizia e pace si abbraccino.
Noi siamo figli di un cielo lacerato- dice Marco- lacerato per amore. Il mondo nuovo, la nuova creazione si presentano come una apertura del cielo: vita ne entra, vita ne esce. Il cielo accoglie, come quando si aprono le braccia agli amici, ai figli, ai poveri. Il cielo si apre, si dilata, si squarcia, come il costato di Cristo in croce, sotto l’urgenza dell’amore di Dio, sotto l’impazienza di Adamo, sotto l’assedio dei poveri e nessuno lo richiuderà più.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Cosa sta attendendo il mio cuore?
Quale errore e quale senso di colpa oggi voglio affidare al Signore, perché me ne liberi?
In cosa chiedo di avere fiducia?
PREGHIERA
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Da Is 12