LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 10,26-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230625.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il vangelo di questa domenica ci invita a non avere paura. A non aver paura degli uomini.
In quel tempo Gesù disse ai suoi apostoli “Non abbiate paura degli uomini…” e invece, se ci pensiamo bene, noi abbiamo paura degli uomini.
Quanto ci fa paura la durezza dell’animo umano, ci fa paura la violenza, la rabbia, la vendetta, la sofferenza che porta ad approfittarsi di noi.
Abbiamo paura, carissimo amici, confessiamolo. Sappiamo benissimo che noi uomini possiamo diventare terribili. Siamo stati spettatori e forse lo siamo ancora di amori trasformarsi in torture e legami chiudersi a cappio, conosciamo la frustrazione che diventa rabbia, l’ingiustizia che si trasforma in aggressività, la gelosia che deforma i lineamenti del cuore. Sappiamo bene che per amore, per paura della solitudine, ma anche per niente, noi uomini possiamo diventare cattivi, sappiamo benissimo che basta un “no” per scatenare reazioni d’inferno, o mezza incomprensione per perdersi per sempre.
Noi abbiamo paura degli uomini perchè siamo uomini. Abbiamo paura degli uomini e quando il profeta Geremia, nella prima lettura, accusa perfino gli amici affermando che stanno aspettando la sua caduta io credo che ci sia qualcosa di terribile dentro di noi. E che il male esiste, e che non tutto è spiegabile, e che siamo poveretti in cerca di aiuto ma se non abbiamo il coraggio di dirlo, alla fine, ci trasformiamo in carnefici.
Abbiamo paura degli uomini e anche di quel modo che Geremia disegna, fatto di vendetta e di violenza. Ma qual’è la parte di Dio? Sicuramente, ci soffermiamo sull’evento del Calvario, dove tutta la violenza dell’uomo è grumo di sangue e terra e l’odio grida la rabbia degli uomini. Eppure, sul Calvario, abbiamo visto non vendetta, ma un grande silenzio.
Noi, non dobbiamo aver paura del Signore, non possiamo avere paura del Vangelo.
Noi abbiamo paura di svelare cosa si muove nel nostro cuore, di spogliarci dalle mie difese di fronte al volto di Cristo.
Abbiamo paura di mostrare agli uomini il nostro cuore, non di svelarci al Signore.
Abbiamo paura di tenere tra le mani le fragilità del fratello, abbiamo paura di ferire, abbiamo paura di movimenti troppo bruschi, abbiamo paura di fare ancora male. Abbiamo paura che l’altro non ci capisca.
Chiediamo al Signore, la forza per imparare a non aver paura dell’uomo. Non come quando dicevo di amare l’uomo e invece avevo paura di mostrare il mio vero volto, le mie vere passioni, i miei adorabili difetti, le mie insopportabili contraddizioni. Non come quando credevo, ma non me lo dicevo, che amare Dio fosse un modo per nascondere la maledetta paura che gli uomini e le donne fanno, la paura di essere svelati da un qualsiasi tipo di innamoramento.
La paura di amare gli uomini, carissimi amici, non è altro che la paura di amare se stessi. Dobbiamo chiedere la forza di non aver paura degli uomini, di quello vero, di quello che puzza, di quello che mi da fastidio, che mi contraddice, che mi importuna, che mi snobba.
Non dobbiamo aver più paura dell’uomo che siamo noi, quello che deve imparare a dire di no senza sentirsi in colpa, quello che non ama tutti, che non è sempre accogliente, che ha bisogno di silenzio. Non dobbiamo aver paura dell’uomo, come il Signore non ha paura di noi. Questa è fede. La fede è non aver paura dell’uomo. Anche quando ci inchioda a colpe non nostre. Fede vera è non avere paura di quello che ci portiamo dentro, fede vera è non avere paura di noi, è iniziare a guardarci davvero con gli occhi di Dio, che mai ha avuto e avrà paura di me uomo.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
In quali occasioni faccio fatica a fidarmi di chi ho vicino?
Quando mi è capitato di abbattermi o demoralizzarmi pensando che “tanto non c’è niente da fare”?
Quando prego, in che modo so affidarmi al Signore e accogliere anche l’inaspettato?
PREGHIERA
Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brùlica in essi.
Sal 68