LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 17,1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230305.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il nostro cammino quaresimale ci obbliga oggi a una nuova tappa, che ha tutto il sapore di una nuova partenza.
Sono passati alcuni giorni dal momento in cui, ricevendo le ceneri, abbiamo ripreso la nostra strada verso la Pasqua come pellegrini che accettano di attraversare il deserto del nostro cuore, come abbiamo visto domenica scorsa, per salire gin cima a un «alto monte» per avere un incontro speciale con il suo – e nostro – Dio.
Perché ricordare la Trasfigurazione nel cammino quaresimale? Quale importanza ha questo evento nel tempo quaresimale? Carissimi amici, come discepoli abbiamo bisogno che la nostra preghiera si svolga “in disparte”, nel silenzio, in un profondo raccoglimento interiore. La quaresima ci permette di fare questo viaggio interiore, dentro la nostra anima, dove Dio si rivela.
La nostra interiorità è il luogo dell’incontro con Dio, è quel luogo in disparte, quell’alto monte dove Dio si trasfigura, si rende visibile. Perché amarsi vuol dire incontrarsi lontano da ogni rumore e interferenza. Restare volto a volto. Cuore a cuore. Restare in silenzio, con una profonda attenzione al proprio cuore. Vi assicuro non è esperienza facile. Siamo chiamati, in questo cammino quaresimale, di coltivare “il monte” della nostra vita, cioè coltivare spazi di raccoglimento e di preghiera. Solo in questo luogo possiamo abbiamo la presa di coscienza di quanto sia splendido essere uomini vivi difronte al Suo volto.
Anche noi, come Pietro, siamo chiamati, dopo aver fatto questa esperienza di intimità, di incontro con il volto luminoso di Dio, ad esclamare: «Signore, è bello per noi essere qui» (Mt 17,4). È allora il nostro cammino di conversione diventa un’esperienza di fede.
Cos’è la fede? Se non un immergerci nella follia d’amore di un Dio uno e trino.
La liturgia della Parola di questa domenica ci aiuta a sfatare un mito: la quaresima non è un tempo di lutto e penitenza, è un girarsi verso la bellezza e la luce.
Acquisire fede significa acquisire bellezza del vivere, acquisire che è bello amare, abbracciare, dare alla luce, esplorare, lavorare, seminare, ripartire perché la vita ha senso, va verso un esito buono, qui e nell’eternità.
San Paolo scrive a Timoteo una frase bellissima: Cristo è venuto ed ha fatto risplendere la vita. Non solo il suo volto, non solo le sue vesti sul Tabor, non solo i nostri sogni. Ma la vita, qui, adesso, di tutti. Ha riacceso la fiamma delle cose. Ha messo nelle vene del mondo frantumi di stelle. Ha dato splendore e bellezza all’esistenza. Ha dato sogni al nostro andare di uomini e donne in questo mondo tanto frastagliato.
La quaresima è tempo di conversione. Cos’è la conversione? Avere il coraggio di girarci verso la luce, verso Dio. Farci abbaiare di questa meravigliosa luce.
La vita spirituale altro non è che la gioia e la fatica di liberare tutta la luce sepolta in noi. Quel volto luminoso è anche il volto di ogni uomo: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore, che è la nostra immagine e somiglianza con Dio. La quaresima ci aiuta a somigliare sempre di più a Dio attraverso il Figlio.
Che bello, Signore, stare qui… Chiediamo il dono della fede per poter ripetere, anche noi, queste parole: è bello stare qui, su questa terra, su questo pianeta minuscolo e bellissimo; è bello starci in questo nostro tempo, che è unico e pieno di potenzialità. È bello essere creature: non è la tristezza, non è la delusione la nostra verità, ma la gioia di essere creature luminose ad immagine e somiglianza di Dio. È bello essere di Cristo, che è luce da luce, come dice il Credo, perché anch’io, se Cristo è in me, sono in qualche misura luce da luce. L’intera esistenza altro non è che la gioia e la fatica di liberare tutta la luce sepolta in noi.
Se di questa domenica potessimo portare con noi una parola, sia questa: Il Signore ha fatto risplendere la vita. Ripeterla come un’eco di speranza e di bontà: la trasfigurazione è già iniziata, nelle vene del mondo corrono frantumi di stelle. E seminare i segni della bontà e della luce, seminare occhi nuovi che sappiano vedere e ringraziare e imitare le creature che sono buone e luminose, che hanno passione di giustizia e che danno la vita.
E beati coloro che hanno il coraggio di essere ingenuamente luminosi nello sguardo, nel giudizio, nel sorriso. Davvero è bello per noi stare qui, accanto a loro.
Come il Signore Gesù abbiamo dentro non un cuore di tenebra ma un seme di luce. La via cristiana altro non è che la fatica gioiosa di liberare tutta la luce e la bellezza seminate in noi.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Cos’è la bellezza?
In quali occasioni sento lo stare con Gesù come un’esperienza estetica?
In quale luogo della mia vita mi sento capace di annunciare ciò che vivo con il Signore?
PREGHIERA
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Salmo 32