LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20231112.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
Belle parole ci vengono donate in questa domenica, XXXII del Tempo Ordinario.
In queste parole trovo l’immagine più bella dell’esistenza umana, rappresentata come un uscire e un andare incontro.
Siamo chiamati ad uscire da spazi chiusi. La nostra esistenza non ha altro che il movimento dell’uscire per andare incontro.
Se ci pensiamo bene tutta la nostra vita è un continuo uscire: uscire dal grembo della madre per andare incontro alla vita; uscire quotidianamente per vivere, per saziarci della vita; fino al giorno in cui usciamo dalla vita terrena per entrare nella vita eterna, nascosta in Dio.
Il secondo elemento importante della parabola è la luce: il Regno di Dio è simile a dieci ragazze armate solo di un po’ di luce, di quasi niente, del coraggio sufficiente per compiere il primo passo. Le ragazze escono con un pò di luce, solo con un po di coraggio per andare incontro a Dio.
Cos’è il Regno di Dio? Dieci piccole luci, che illuminano la notte. Anche, quando intorno a noi è notte ci sono sempre delle piccole luce che illuminano, almeno inizialmente la nostra esistenza. Ma sorge un problema: cinque ragazze sono sagge, hanno portato dell’olio, saranno custodi della luce; cinque sono stolte, hanno un vaso vuoto, una vita vuota, presto spenta.
Desidero soffermare la nostra attenzione sulla notte. Tutto lascia pensare che le dieci donne avessero vissuto una vita apparentemente uguale fino a quel grido notturno ma poi, proprio da quel grido, giunto come una spada, come una luce, come qualcosa che svela la vera intenzione dei cuori: tutto cambia.
Gesù racconta una parabola per aiutarci a conoscere il vero senso di questa notte che chiamiamo vita. Una parabola che può trasformare le nostre notti in possibilità. Non sono parole di giudizio ma di tenero avvertimento. Noi siamo affamati d’amore, sentiamo di essere mancanti, saggezza è abitare questo desiderio e sentire che nelle cose della vita si ripete sempre quel grido che squarcia la notte: ecco lo sposo. Andiamogli incontro.
Ecco la vita che chiede alleanza, ecco il senso della storia che passa dall’innamoramento. Andiamo incontro alla vita che viene.
Carissimi fratelli e sorelle, saggio non è colui che nega notte e dolore, morte e sofferenza ma chi, entrando e diventando quel dolore, riesce a fare esperienza di un appello amoroso, di uno Sposo che viene.
Il Vangelo ci invita a sentire l’abbraccio dello Sposo anche nel rifiuto, nel fallimento, perfino nella morte.
Lo so che è difficile e scomodo da dire, soprattutto per chi sta soffrendo davvero e non riesce ad uscirne, lo so che questa pagina è scandalosa e che sarebbe stato molto più semplice dire che l’olio della lampada è una vita di preghiera e di attesa. E spostare tutto al tempo che verrà.
Invece no, non basta. Bisogna imparare qui a riconoscere lo Sposo, in questa nostra vita così complessa e spesso dolorosa. Il Risorto non è colui che risolve ma colui che vivo si mostra nel cuore di ogni evento. Lo dobbiamo sentire questo Dio nella nostra vita. Non lo possiamo solo immaginare con la testa, non lo possiamo solo spiegare con teorie anche raffinate: l’amore o entra nella carne oppure non è.
Carissimi, le ragazze tutte si addormentano. Perché la fatica del vivere, la fatica di bucare le notti, ci ha portato tutti a momenti di abbandono, a sonnolenza, forse a mollare.
La parabola allora ci conforta: verrà sempre una voce a risvegliarci, ci sarà sempre una luce ad illuminare la nostra vita. Dio è un risvegliatore di vite. Dio è luce perenne.
Non importa se ci addormentiamo, se siamo stanchi, se l’attesa è lunga e la fede sembra appassire. Verrà una voce, verrà nel colmo della notte, proprio quando pensiamo di non farcela più, ci sarà sempre una voce. «Non temiamo, perché sarà Lui a varcare l’abisso» (D.M. Turoldo), il nostro abisso.
Il punto di svolta del racconto non è la veglia mancata (si addormentano tutte, tutte ugualmente stanche) ma l’olio delle lampade che finisce.
Alla fine la parabola è tutta in questa alternativa: una vita spenta, una vita accesa. Tuttavia lo scatto in alto, l’inatteso del racconto è quella voce nel buio della mezzanotte, capace di risvegliare alla vita.
Io non sono la forza della mia volontà, non sono la mia capacità di resistere al sonno, io ho tanta forza quanta ne ha quella Voce, che, anche se tarda, di certo verrà, a ridestare la vita da tutti gli sconforti, a consolarmi dicendo che di me non è stanca, a disegnare un mondo colmo di incontri e di luci.
A noi serve semplicemente un piccolo vaso d’olio. Il Vangelo non dice in che cosa consista quell’olio. Forse è quell’ansia, quel coraggio che mi porta fuori, incontro agli altri, anche se è notte. La voglia di varcare distanze, rompere solitudini, inventare comunione, perdonare chi ci ha offeso. E di credere alla festa: perché dal momento che mi mette in vita Dio mi invita alle nozze con lui. Il Regno è un olio di festa: credere che in fondo ad ogni notte ti attende un abbraccio.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quando mi sono accorto di aver “dimenticato l’olio”?
In quali occasioni mi sono lasciato andare alla pigrizia, non coltivando la mia vita spirituale?
In quali situazioni ho avuto più facilità a “vegliare nella notte”?
PREGHIERA
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
Sal 62