LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Luca 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20221113.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il vangelo di questa domenica, XXXIII del Tempo Ordinario, ci mette in crisi, tremendamente in crisi.
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Finalmente, il tempio crolla, e sotto le macerie rimangono le belle pietre e i doni votivi che avevano impreziosito la nostra devozione alla vita. Semplicemente devozione a questa vita, che abbiamo costruito.
Finalmente, il tempio crolla…
Il tempio di una religione costruita per tenere a bada Dio e la nostra coscienza.
Il tempio è l’emblema del nostro bisogno di sicurezza. E avere delle sicurezze è indispensabile.
Passiamo tutta la vita a mettere pietra su pietra, e sacrifichiamo noi stessi per la costruzione e il mantenimento di ciò che ci appare sacro: la famiglia, la comunità, la chiesa…
E si può morire nel tempio delle proprie sicurezze, può succedere, e forse non c’è nulla di male, si appare al mondo un po’ troppo sicuri di sé.
In linea di massima si crede (ma senza ammetterlo, naturalmente) di non essere peccatori, di non essere nel torto, insomma di essere migliori degli altri. Si può vivere così per tutta la vita.
A volte però, carissimi amici, il tempio crolla. Ed è una benedizione. Finalmente… crolla.
Le nostre sicurezze possono sfaldarsi per mille motivi: un tradimento, una malattia, un dramma, un errore, un’amicizia distrutta, un matrimonio fallito… le cose della vita insomma, e il nostro tempio sacro, il nostro Dio, la nostra patria, la nostra famiglia, la nostra religione, i nostri valori crollano.
Gesù dice che il tempio può crollare, dice che non avverrà per la predicazione di qualche profeta, non verrà da fuori, non verrà annunciata la distruzione e non sarà passivamente subita. Dice che non sarà una guerra e nemmeno una rivoluzione a distruggere le nostre sicurezze.
Insomma è inutile cercare nemici da fuori, quelli servono solo a costruire mura più alte, è solo lo scorrere della vita a metterci in crisi, che la vera distruzione del tempio e delle sue pietre e dei doni votivi accade perché la vita scorre in modo così uguale a se stessa, si ripete con tale cieca fissità, ripropone gli stessi capitoli fatti di guerre e rivoluzioni che non cambiano mai niente, che un giorno ci svegliamo e diciamo: il tempio non serve a nulla. Credere non cambia la vita. E così non rimane pietra su pietra.
Crollano le sicurezze. Una vita fatta a difendere la Chiesa e poi scopri che non ne valeva la pena, che l’istituzione si muove tra guerre e rivoluzioni per rimanere sempre se stessa.
Una vita fatta a difendere la famiglia e poi ti accorgi che non eri innamorato e che stavi solo replicando un’idea sacra ricevuta in eredità dalla tua di famiglia, quella che magari avevi sempre odiato: e il tempio crolla.
Una vita a difendere il ruolo di prete, moglie, suora, marito… ruolo perfetto, per accorgerti, un giorno, che era tutta solo una grande impalcatura, che il cuore era altrove, fuori dalle mura, ma avevi paura a seguirlo. E crolla tutto.
E in quel momento possiamo rimanere sotto le macerie per sempre oppure provare a tenere ciò che vale la pena custodire. La vera sacralità della vita.
Questa pagina di Vangelo ci mostra il tesoro che era nascosto sotto le fondamenta del tempio, tesoro che senza crollo non avremmo trovato.
Cosa rimane sotto le macerie? “Avrete allora occasione di dare testimonianza”. Solo la testimonianza è credibile, nessuna struttura, nessuna pietra, niente di niente, solo il volto delle persone che sono state fedeli alla vita. Solo i miei gesti di umanità, quelli che sono riuscito a mettere al mondo nonostante la gabbia della struttura. Di tutta una vita passata nella difesa del Sacro Palazzo delle mie Sicurezze, ribadisco, quello che conta saranno solo i gesti di umanità buona condivisi.
Un giorno crolla il tempio ed è una benedizione perché si scopre che Dio non era nel tempio ma nei testimoni di vita buona che abbiamo incontrato e che, magari, noi stessi siamo stati, almeno un po’, nonostante tutto.
Il tesoro sepolto sotto le macerie è il profilo di un uomo che accoglie la vita con gratitudine e stupore.
Un uomo che può sembrare ingenuo, sognatore, puro, sprovveduto, folle, un uomo che non avrà mai tenuto la vita a distanza di sicurezza.
Un uomo che sarà crocifisso ai suoi sogni, come Gesù, sogni non capiti nemmeno da genitori, fratelli, parenti , amici, confratelli e consorelle. Ma uomo innamorato e libero. Un uomo fuori dal tempio.
Alla fine, carissimi, sotto le macerie verrà sepolto tanto, quasi tutto, rimarranno però Parola e Sapienza – “io vi darò parola e sapienza” – abbiamo ascoltato nel vangelo. Sono le uniche cose che abbiamo in dovere di cercare, nelle nostre comunità. Dobbiamo essere uomini e donne innamorati della Parola e del Sapore buono della vita, quando è amata e condivisa.
Rimarrà il tesoro della testimonianza sapiente, della Parola, quella che ci fa perseverare nella fede in un uomo che quando è libero è luminoso, che quando ama è sacro, che è l’unico testimone credibile del divino.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
A che cosa ti aggrappi nei tempi di crisi?
Sai essere fedele alle decisioni prese?
Che cosa ti aiuta a perseverare?
PREGHIERA
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
Salmo 97