LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici,
in questo giorno solennissimo desidero fermare il nostro sguardo sul Cristo Risorto, rappresentato da questo Cero. Esso non è solo una candela ma è il simbolo della nostra fede, frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce abbiamo cantato solennemente ieri sera durante la Veglia Pasquale.
Il cero pasquale non è un muto protagonista di tutta la liturgia pasquale ma, nel suo silenzio illumina l’oscurità della nostra notte. È la pasqua del Signore.
Il Cero pasquale è il Cristo Risorto, che illumina la nostra notte; è alto ed è posto in un luogo elevato sul presbiterio, proprio come la colonna di fuoco che guidava il popolo d’Israele che fuggiva dagli egiziani ed era guidato da una nube di giorno e da una colonna di fuoco di notte, che indicava la strada e al contempo l’illuminava.
È il Cristo Risorto, che indica a noi, nuovo popolo, la via da seguire per giungere alla salvezza, per vivere da uomini risorti. Questo cero rischiara la nostra notte. Questo è il cero che vince le tenebre del nostro peccato, che rischiari i cuori bui e ripiegati sul proprio egoismo, sulle proprie convinzioni; questo è il cero che illumina i nostri passi di riconciliazione e di perdono verso l’altro; questo è il cero che illumina la nostra esistenza con lo splendore della sua luce pasquale.
Il Cero pasquale è frutto del lavoro delle api. L’ape è il simbolo della Risurrezione e di una vita nuova che sconfigge la morte, la nostra morte, la morte interiore dando inizio ad una nuova vita con i suoi immensi doni di grazia, simboleggiati dalla dolcezza del miele, frutto delle api.
L’ape è considerata un’animale vergine e nella loro gerarchia è una regina a sovrastare tutte le altre per grandezza. Per questo all’ape regina venne spontaneamente accostata la stessa Beata Vergine Maria, che, in quanto Regina del genere umano, sovrasta ogni uomo e concepisce verginalmente Gesù. Se l’ape regina è la Vergine Maria, il suo prodotto, la cera, è Gesù stesso: la morbida materia del cero pasquale ci ricorda dunque il Cristo che nella sua natura umana, anzi nella sua carne è pronto a sacrificarsi, a sciogliersi, a Dio stesso per la nostra salvezza. Nella cera che lentamente si scioglie nel periodo pasquale possiamo dunque scorgere il sacrificio di Gesù stesso, un sacrificio che permette alla luce della fede e della vita di brillare tra gli uomini, così come la vibrante fiammella viene alimentata dal “sacrificio” della cera. Anche noi, come cera siamo a chiamati a scioglierci, lentamente, per la salvezza dell’altro, che si traduce nel perdono, nella riconciliazione, nell’amore, nella gratuità e nella totale donazione.
Da questo cero attingiamo la nostra luce per essere segno di Cristo Risorto nella quotidianità della nostra vita ed essere luce gloriosa nella vita dell’altro e cantare, così come abbiamo fatto nella veglia pasquale: «O nostra notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi. Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia. Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. […]. Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero, offerto in onore del tuo nome per illuminare l’oscurità di questa nostra notte, risplenda di luce che mai si spegne. Lo trovi acceso la stella del mattino, questa stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena».
In questo modo si mostra chiaramente come sia Cristo ad illuminare con la luce della fede e il fuoco della vita nuova della grazia la nostra esistenza di uomini e di uomini credenti.
Questo Cero, significa, quindi, la presenza di Cristo e la sua accensione significa la sua Risurrezione, nella quale anche le piaghe del corpo permangono, anche la nostra notte, la notte del buio, dell’errore, del peccato, del tradimento rimane, ma non più come segno di morte ma come offerta di sublime odore a Cristo e inizio di una nuova vita.
È la Pasqua del Signore in cui siamo morti al peccato e risorti a vita nuova, con i segni della passione, con i segni del peccato, del tradimento, del non perdono, ma risorti a vita nuova per cantare con Cristo:
Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte che salva su tutta la terra
i credenti nel Cristo
dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all’amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.
Amen.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Abbiamo abbandonato l’uomo vecchio? Siamo capaci di riconciliazione e perdono?
Siamo capaci di rovesciare le pietre dall’imboccatura del nostro cuore e dall’ingresso della nostra anima per essere uomini risorti?
Le nostre scelte sono per un più grande amore
PREGHIERA
L’amore senza misura
di Dio Padre,
si realizza nel Figlio,
crocifisso e risorto.
È l’amore a rotolare via
la pietra del sepolcro.
È l’amore che irrompe
nelle nostre vite
e rotola via il peccato.
La morte non ha vinto.
Il silenzio
lascia lo spazio alla gioia vera.
Incontenibile.
Piena.
fa che comprendiamo
Signore,
il dono grande d’amopre,
fa che possiamo portare
l’annuncio
della tua resurrezione:
irrompe la vita!
Fa che possiamo amare,
per essere testimoni
concreti del tuo amore.
Per dire al mondo
quanto tu ci hai amato.
Amen.