LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20240204.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Il brano che la liturgia ci dona in questa domenica ha delle sfumature molto belle e particolari. La prima sfumatura è il passaggio dalla sinagoga alla casa di Simone, dal luogo pubblico al luogo privato, dal luogo dell’assemblea orante al luogo domestico, dalla comunità alla mia intimità. Ecco il nocciolo del discorso: chi non incontra il Signore nella comunità non lo può trovare nella sua intimità e chi non sperimenta e gusta la presenza del Signore nella propria anima non la può gustare nella comunità ecclesiale. È interessante notare come Gesù decide di uscire per andare altrove. Gesù non si ferma a raccogliere consensi e a godersi gli applausi, ma preferisce uscire e andare altrove: al cuore della sua intimità.
Una seconda sfumatura che ci dona il vangelo è il gesto della mano. Ogni giorno Gesù stende la sua mano verso di noi attraverso una parola, un incontro, una telefonata, una lettera, etc. Attraverso le nostre mani, Dio dona l’infinita pazienza di ricominciare. E la donna si alzò e si mise a servire. È questa la lieta notizia: una mano ti solleva, accende la fretta dell’amore, e dice: guarisci altri e guarirà il tuo dolore. La guarigione del corpo ha come scopo la guarigione del cuore. Quando il Signore ti ha preso per mano e sollevato, a tua volta devi prendere per mano qualcuno. Noi non saremo forse mai capaci del miracolo di guarire qualcuno, ma dobbiamo essere capaci del miracolo di servire, di far sorgere il tempo della compassione. È questo il vero prodigio. Quando qualcuno si avvicina, tende la mano e ci tocca con pietà, in quel preciso istante iniziamo a guarire, a ridiventare forti.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Siamo disposti, nonostante tutto, a tendere la mani?
PREGHIERA
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
Sal 146