LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20231029.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”
Il vangelo di questa domenica ci presenta un grande interrogativo, quello della nostra fede, quello della nostra identità di uomini e di cristiani. «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Sembra semplice rispondere. Non lo è o meglio, nella nostra vita, lo è diventato perchè abbiamo sciupato e svenduto l’amore.
“Amerai”, il più grande comandamento è l’amore, l’amore come soglia da attraversare e non come obiettivo da raggiungere. Non il punto d’arrivo dei buoni ma il punto d’inizio dei temerari.
“Amerai” e la vita subito eccede, sfugge, stupisce, non si lascia addomesticare.
“Amerai” e come prima cosa perderai l’orientamento, perderai il controllo, perderai la faccia.
“Amerai” e ti farai male perché l’amore brucia.
“Amerai il Signore Dio” ma proprio perché parti dall’amore e non da un concetto non basta amare il Signore… Amerai il Signore Dio: tuo! E in quel “tuo” c’è da perdersi. C’è tutta la differenza. “Tuo”, perché l’amore è un legame, è geloso l’amore e unico, perché non c’è amore se non c’è conoscenza e coinvolgimento.
Se non hai mai parlato a tu per tu con Dio non lo puoi comprendere, se non ti sei mai sentito “suo” ti sembrerà solo un folle…
“Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
L’amore ha bisogno dell’incontro vero, concreto, faticoso, quotidiano, carnale. Di misurarsi sulla fragilità di quel terreno dove non si può mai dare niente per scontato. Dove l’incontro con l’altro ti cambia.
L’amore non dipende dalla legge. Se ami comprendi la Legge e non fraintendi i profeti. Se non ami: meglio che stai zitto. Non si ama ciò che si conosce, si conosce poco alla volta solo ciò che si ama.
Se a parlare fossero solo cuori innamorati non avremmo più bisogno nemmeno delle leggi.
Amiamo colui che è prossimo alla nostra vita perché Dio ci sta cercando da lì.
Andrebbero ringraziati i poveri, i fragili e i bisognosi. Andrebbero ringraziati i ragazzi che mettono in crisi le nostre strutture educative, le famiglie che fanno saltare le nostre convinzioni, i migranti che forzano le nostre chiusure, gli adolescenti che disertano le nostre liturgie… sono uomini e donne che ci interpellano alla costruzione di una umanità credibile.
Carissimi. dei grandi discorsi non ce ne facciamo nulla, soluzioni definitive alla fragilità fortunatamente non ce ne sono e non ne vogliamo. La fragilità fa parte della natura, negarla è l’unico grande errore. Noi siamo chiamati a riconoscere, ascoltare e ospitare fragilità.
Non molestiamo, non maltrattiamo, non opprimiamo, non chiudiamo… L’altro diventa per noi lo spazio concreto e non teorico per costruire una vita capace di misericordia, di pazienza, di libertà, è la nostra risposta alla fragilità a costruire la nostra identità. L’amore all’altro diventa comandamento fondamentale perché senza l’altro noi non ci costituiamo come uomini.
Come saremmo belli, credibili e non violenti se sapessimo vivere riconciliati e bisognosi, sorridenti nei nostri limiti, pacificati con l’altro e con se stessi perché liberi di mostrare al mondo la nostra vulnerabilità, che belli saremmo senza dover fingere di essere indispensabili, senza sentirsi in obbligo di riempire tutti i bisogni ma fieri di mostrarci affamati d’amore. Solo affamati d’amore!
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Cosa ti impedisce di lasciarti amare da Dio?
Cosʼè necessario per te, oggi?
Con quale misura ami?
PREGHIERA
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.
Sal 17