La santità ogni giorno
Resta impresso negli occhi il sorriso di Nicola. Nicolino come lo chiamano tutti, non per la sua statura, ma per la sua giovane età, ha un sorriso che resta indelebile negli occhi e nel cuore di chi lo guarda, per la serenità che trasmette, è un sorriso che nasce da un cuore sereno, un sorriso puro, accattivante: diversamente non può essere. È un sorriso raggiante che parla di serenità a quanti lo incontrano con lo sguardo e con il cuore. Nicolino è un “giovane di Dio”, una figura semplice bella, alla portata di tutti, un “santo della porta accanto”, che ci testimonia quanto la grazia di Dio può operare attraverso la nostra condizione umana, elevandola. Spesso si pensa alla santità come a qualcosa di irraggiungibile, la testimonianza e la semplicità di Nicolino ci aiutano invece a capire come tutti possiamo spendere la nostra vita per un ideale si santità, nella quotidianità, semplicemente vivendo pienamente ciò che siamo chiamati a vivere nel nostro oggi, dove viviamo, dove ci relazioniamo, nelle nostre storie, sul nostro posto di lavoro, nelle nostre realtà. Nicolino questo ha fatto: ha vissuto pienamente la sua vita, ha dato alla sua vita, seppur breve, brevissima, una intensità che gli ha permesso di raggiungere in quello che faceva, in tutto quello che diceva, il cuore di Dio, e oggi è ancora per tanti, vettore di quell’amore, che trasforma la vita di chi lo incontra.
Traspare dalle testimonianze raccolte e dai suoi scritti tutto quello che lui tanto che si ha l’impressione di conoscerlo dopo aver letto quanto ci ha lasciato. È un ragazzo abruzzese, “doc”, essenziale, verace, non nasconde nemmeno le debolezze che caratterizzano i ragazzi della sua età. È dell’orgoglio tipico abruzzese, ne fa un punto di forza per realizzare il suo sogno, come ogni giovane anche lui sogna, diventare religioso e sacerdote camilliano. Nasce a Villamagna in provincia di Chieti il 24 marzo 1943. Sarà la vicinanza al sacerdote camilliano p. Santino, suo compaesano che colse la sua “sana inquietudine” a orientare la sua scelta di vita. Attraversando le campagne si recava ogni giorno alla vicina Bucchianico per partecipare alla celebrazione Eucaristica. La sua richiesta di entrare in seminario non fu accolta con entusiasmo, infatti i genitori sarebbero, forse, stati disposti ad accettare l’ingresso nel vicino seminario di Chieti, ma non accettavano la sua partenza per Roma, avevano bisogno di manodopera nei campi, così in accordo con le maestre gli fecero ripetere il 5°anno di scuola elementare, perché cambiasse idea. Ma, così non fu, e il 3 ottobre 1955 fa il suo ingresso nello studentato camilliano di Roma. Da subito i superiori si sono accorti della serietà con cui Nicolino si preparava al sacerdozio, sempre disponibile, determinato, attento a scoprire la chiamata di Dio nella quotidianità, vivendo in pienezza la gioia del cammino. Alla luce della Santa di Lisieux, aveva fatto suo, il cammino della “piccola via”, riscoprendo i piccoli gesti d’amore che trasformano ed esaltano la strada verso la santità: il suo quotidiano diventa offerta gradita al Signore, i gesti semplici della vita lo riempiono di gioia, disponendolo ad una totale donazione di sé. Ed è naturale che tutto questo sfoci nella poesia, tra le più belle quella dedicata a Maria:
“…mi sembravano i battiti del tuo cuore
che mi salutavano.
Ave Maria, Madre mia, a te dono
il mio cuor, a te l’anima mia…”
Tutto questo lo porta spontaneamente ad un abbandono fiducioso in Dio, in tutte le cose della vita. E questo abbandono fiducioso in Dio lo ritroviamo anche quando gli sarà diagnosticato il teratosarcoma. È giovane Nicolino, e desidera realizzare i suoi sogni, le sue aspettative, e desidera anche guarire, come chiunque. Pone la sua fiducia in Dio, anche quando ormai non c’è alcun dubbio. E affida tutto alla Vergine Santa e a Santa Teresa, in un pellegrinaggio al quale partecipa per obbedienza ai superiori e affinché si compisse la volontà di Dio, fino alle estreme conseguenze. È maggio del 1964. Con dispensa del Santo Padre, Paolo VI, il 28 maggio 1964 Nicolino si consacra in eterno a Dio, atto finale per “vivere e morire d’amore”, una vita breve, ma di donazione agli altri, nel servizio, nella preghiera “per servire gli infermi anche con il pericolo della vita in perfetta castità povertà e obbedienza”. Un episodio che possiamo definire emblematico della personalità, della semplicità e bellezza di Nicola è quello del marzo 1961. È la Settimana Santa, Nicolino è impegnato nelle attività, nella liturgia e nella preparazione alla Pasqua, ma una sera gli viene chiesto di assistere un confratello perdendo così la possibilità di partecipare all’adorazione comunitaria, ricorda lui stesso: “…serbo un particolare ricordo degli avvenimenti succedutimi in questi tempi. Sono stato felice di poter assistere il car.mo P. Del Greco nella notte tra il mercoledì e il giovedì santo. Per questa notte fu fatta l’adorazione a Gesù dalle undici a mezzanotte qui in casa. Io invece l’ho fatta vicino a Gesù sofferente nella persona del padre. (L’ho fatta proprio con questa intenzione) Ora sembra che stia meglio, speriamo!”.
Nicola ormai allo stremo delle forze, viene trasferito al piano terra, nell’infermeria, da Villamagna è anche venuta Virginia la mamma per assisterlo. Circondato dai superiori e dai giovani confratelli che pregano per lui, si appresta a compiere il passo verso l’eternità. Lucido fino all’ultimo istante chiedeva con insistenza di pregare: “ancora, ancora…più forte!”. Alle 21:15 del 12 giugno 1964 Nicolino entra nel giorno senza fine, nella sua Pasqua eterna ripetendo continuamente l’offerta della sua vita e delle sue sofferenze coerentemente con quello che era il suo desiderio: “vivere e morire d’amore”.
Nicolino è un modello per tutti i giovani, un incoraggiamento sulla via della santità, è per tutti uno speciale compagno di viaggio. La sua vita è da tutti i punti di vista una vita straordinariamente normale, ha creduto e amato senza reticenze e senza rimpianti: è questa la sua santità!
Postulazione
Padre Walter Vinci, postulatore generale
Curia Generale Ministri degli Infermi
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