Il servizio e la speranza nel mondo
Germana Sommaruga nasce a Cagliari il 25 maggio 1914, a soli 17 mesi resterà orfana di madre; sarà la seconda moglie del padre a prendersi cura di lei, sarà lei che coltiverà la fede della piccola Germana. A 17 anni Germana, come tutte le ragazze della sua età si innamora, il problema è che si innamora di San Camillo e del suo ideale di vita. Per il suo diciassettesimo compleanno infatti, riceve in regalo dalla seconda moglie del padre, una biografia di san Camillo de Lellis, sarà amore a prima vista! È cosi che Germana, che ormai vive nella Milano bene, decide di consacrare la sua vita a servizio degli infermi, e il naturale corso delle cose la porta ad affacciarsi tra le figlie di San Camillo. Ma non è convinta e cosi dopo pochi mesi di noviziato, ha una illuminazione che le cambierà per sempre la vita, senza mai tradire però la spiritualità camilliana, anzi, studiando una modalità per adattarla, plasmarla a quelle che sono le esigenze della sua città e del suo tempo: Germana decide di: «dar vita a un movimento di laiche consacrate, che nel mondo assistano i malati nello spirito di San Camillo, che penetrino in ogni ambiente, anche il più miserabile, e preparino la via al sacerdote, a Cristo».
Questa sua idea è ben vista anche dai padri camilliani con i quali manterrà sempre un rapporto filiale, ma le difficoltà che incontra sono numerose, la sua tenacia, e la sua caparbietà le consentono di proseguire nella sua opera. Durante gli anni dell’università prima e nel mondo del lavoro dopo, dove insegnerà materie letterarie per quarant’anni, porta avanti il suo progetto, e raduna un primo gruppo che si riunisce quasi in clandestinità sono poche amiche legate solo da uno stesso obiettivo quello di portare Cristo a chi vive nella malattia, nella solitudine e nell’abbandono. Il piccolo gruppo di amiche pian piano crescerà e riceverà anche l’incoraggiamento da parte di Pio XII: nel 1948 nascono ufficialmente le Missionarie degli Infermi “Cristo Speranza”. Sarà la speranza, il carisma specifico del nuovo istituto secolare: «Solo in Cristo c’è la Speranza d’un amore che abbracci tutto il mondo», dice Germana. E alle amiche che condividono il suo ideale continuerà ad insegnare: «La nostra appartenenza alla Chiesa è stimolo a comunicare fede e speranza al mondo».
Il piccolo gruppo di amiche cresce e si diffonde, oltrepassa i confini nazionali e successivamente quelli europei. Germana è instancabile, la sua opera di diffusione di san Camillo continua ininterrottamente, tra le varie cose tradurrà in italiano corrente gli scritti di san Camillo per renderli fruibili a tutti.
Capirà, grazie alla sua umiltà che è arrivato il momento di ritirarsi, pur restando attiva collaboratrice ma senza ricoprire ruoli istituzionali. La malattia la porterà ad essere ospite prima della casa di Rho e poi nella casa di Capriate: è qui che incontrerà Cristo sua Speranza e speranza dell’umanità il 4 ottobre 1995.
Postulazione
Ufficio Cause dei Santi
Curia diocesana
Piazza Vescovado, 7 – 37121 Verona