Lungo il fiume Tevere, sulla riva opposta a Castel S. Angelo e nelle vicinanze del Ponte omonimo, esistevano al tempo del nostro Santo le Carceri. Nella sistemazione degli argini per difendere la Città dalle disastrose alluvioni, e creare una viabilità più scorrevole richiesta dal traffico sempre più in crescendo, inevitabilmente Palazzi e Case furono abbattute.
Nella Bolla di approvazione della Congregazione, Illius qui pro gregis di Papa Gregorio XIV dell‘11 ottobre 1591, espressamente venivano indicate quale ambito le infermerie delle Carceri, dove i malati pativano grande sofferenze spirituali e corporali.
Camillo, a partire dal 1588, su richiesta dei Signori Protettori delle carceri di Roma, Camillo si prese cura dell’infermeria delle carceri di Tor di nona.