Camillo nasce il 25 maggio 1550 a Bucchianico, paese della Provincia di Chieti in Abruzzo, da una madre molto anziana, “già bianca di capelli e con la faccia crespa” dicono le cronache, tanto che la gioia della gravidanza si mescolava un pò alla vergogna. La gente, ricordando il Vangelo, la chiamava S. Elisabetta. E la donna sentiva talmente il miracolo di quella nascita insperata che, quando fu l’ora, e il parto si annunciava assai difficile, scese nella stalla per vedere di far nascere il bambino su una mangiatoia, “come Gesù e S. Francesco”. E lì il bambino nacque la domenica di Pentecoste dell’anno Santo 1550 mentre le campane suonavano a festa al momento della Elevazione. Era un bambino molto più robusto e più alto del normale (da grande sopravanzerà quasi tutti dalla testa in su) ma la madre aveva anche il cuore stretto a causa della tarda età e di qualche triste premonizione.
Di fatto, nessuno riuscì ad educarlo. Il padre, Giovanni de Lellis, considerato uomo dabbene e anche, in qualche modo, “buon cristiano”, quasi sempre era lontano da casa, in quanto capitano di fanteria e militava nella celebre masnada di Fabrizio Maramaldo. Non riuscì comunque ad essere un buon genitore.
La mamma Camilla quando Camillo aveva solo tredici anni ed era già allora un piccolo ribelle irriducibile morì, così il bambino iniziò ad accompagnare il padre da un presidio militare all’altro, assimilando da lui una passione distruttiva per il gioco dei dadi e delle carte e dall’ambiente un atteggiamento da bravaccio involgarito.