Rinascere per amore del prossimo
Enrico Rebuschini nasce a Gravedona in provincia di Como il 28 aprile 1860. È un giovane molto portato per lo studio, questo gli permette di affrontare qualsiasi impegno scolastico con eccellenti risultati. Enrico, si sente portato per il sacerdozio, ma questa idea non piace per niente al padre, che per lui ha progetti diversi. Enrico cercherà di assecondare il padre, ottenendo una serie di insuccessi. È così che quando Enrico ha 24 anni il padre deve necessariamente cedere a quelle che sono le insistenze di Enrico, e finalmente gli consente di entrare nel seminario di Como. Qui subito emergono le sue doti nel campo dello studio, per questo motivo Enrico, sarà mandato a Roma nel collegio Lombardo per compiere gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana, ma in seguito ad un momento di forte crisi è costretto a ritornare a casa per curarsi. Lo stesso Enrico riterrà questa crisi un evento provvidenziale, come per San Camillo, la piaga ulcerosa lo ha portato vicino ai malati, così per lui: la riabilitazione, presso una casa di cura di Cremona gli ha permesso di avvicinarsi agli ammalati, sarà questa la culla della sua vocazione camilliana. Pregando davanti al quadro di S. Camillo de Lellis, nella chiesa parrocchiale in Como di S. Eusebio, Enrico, come confidò poi a suo cugino, ebbe come una folgorazione che gli illuminò la strada. II santo è ritratto davanti al Crocifisso, che staccando le braccia dalla croce gli dice: “Continua, l’opera non è tua, ma mia”. Enrico ritiene rivolta a sé quell’esortazione e, a 27 anni, decide di presentarsi al noviziato dei Camilliani a Verona. Con particolare dispensa, ancora durante il biennio di noviziato viene ordinato sacerdote dal Vescovo di Mantova, mons. Giuseppe Sarto (il futuro papa San Pio X), il 14 aprile 1889. Nella festa dell’Immacolata 1891 emette la professione religiosa definitiva.
Sono le crisi depressive a far maturare spiritualmente Enrico. La depressione può avere effetti devastanti sulla persona, ma Enrico ha valorizzato questa prova con umiltà e fiducia in Dio, trasformando il lato debole della sua personalità in particolare sensibilità verso coloro che soffrono.
È stato l’uomo del servizio e della preghiera. Nel servizio ai malati applicava la raccomandazione di San Camillo: “Servire i malati come fa una madre con il suo unico figlio infermo”. Sua caratteristica era il tratto delicato, riguardoso e caritatevole verso tutti. Pregava tanto per i lontani da Dio.
Lavora per dieci anni a Verona, insegnando ai novizi dell’ordine e assistendogli ammalati. Nel 1899, eccolo con i Camilliani a Cremona, prima nella casa di cura di via Colletta, poi in quella di via Mantova. Per quasi 39 anni, fino alla morte. Qui sarà economo per 33 anni; e per 19 superiore, in tre distinti periodi. Infermiere, sempre. Quarant’anni di vita e di operosità, in cui senza far rumore, ma con l’eloquenza dell’esempio e della bontà, s’è guadagnato la stima e l’affetto di tutta la città e il soprannome popolare di “Padrino santo”.
Il 23 aprile 1938, dopo aver celebrato presso un malato grave, ritorna a casa con un forte raffreddore, cui non da importanza. Due giorni dopo è a letto con broncopolmonite. L’8 maggio chiede il sacramento degli ammalati. Il 10 maggio rende l’anima a Dio. Aveva 78 anni.
Non ha compiuto azioni straordinarie, ma ha vissuto con straordinaria spiritualità la vita di ogni giorno. Era un religioso mite, umile, silenzioso, sempre disponibile ad aiutare i confratelli, i malati, i poveri, anche quando poteva ben sapere che qualcuno abusava della sua bontà.
Sulle orme del fondatore, San Camillo, evidenziava Giovanni Paolo II ai pellegrini accorsi a per la sua beatificazione il 4 maggio 1997, “egli ha testimoniato la carità misericordiosa, esercitandola in tutti gli ambiti in cui ha operato“. Il suo saldo proposito di “consumare il proprio essere per dare Dio al prossimo, vedendo in esso il volto stesso del Signore“, lo impegnò in un arduo cammino ascetico e mistico, caratterizzato da un’intensa vita di preghiera, da un amore straordinario per l’Eucaristia e dall’incessante dedizione per gli ammalati e i sofferenti. Il suo corpo riposa nella cappella della casa di cura “San Camillo” di Cremona.
Postulazione
Padre Walter Vinci, postulatore generale
Curia Generale Ministri degli Infermi
P.zza della Maddalena, 53 – 00186 Roma
email: postulazione.generale@camilliani.org