«Cosa mi aspetto dal domani?
Di sole in faccia no.
Ma in fondo io ci spero ancora»
(Lunapop)
Una risposta a questa domanda di senso deriva da alcune scelte di fondo, che siamo chiamati continuamente a compiere nella nostra esistenza. Scelte che, più o meno consapevolmente, direzionano la nostra vita quotidiana verso certe direzioni. Anche la non-scelta costituisce una scelta: quella, fondamentalmente, di non prendere in mano la propria vita. Cosa mi aspetto dal domani? Semplicemente quello che sto costruendo giorno per giorno. “Ciò che distingue l’uomo maturo è che il suo vivere è modellato su delle mete scelte da lui”. «Ma in fondo io ci spero ancora», recita la canzone dei Lunapop. È la speranza il motore della decisionalità. Il giovane che spera in qualcosa di positivo nel domani, infatti, è colui che avverte l’intima motivazione a decider-si per qualcosa o per qualcuno. È colui che, anziché rimanere irretito nei condizionamenti, sperimenta la «libertà di» fare esperienze nuove e soprattutto autentiche. In questa prospettiva, se il saper scegliere è profondamente legato alla capacità di «liberarsi da» influenze, limitazioni e dipendenze (capacità che, naturalmente, si conquista gradualmente e mai completamente), il saper decidere rappresenta la capacità di «essere liberi di».